S. Apollinare: Messaggio dell’Arcivescovo alla Città, alla Comunità, alle Famiglie

S. Apollinare: Messaggio dell’Arcivescovo alla Città, alla Comunità, alle Famiglie

 
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 28/2011
                      
Pubblichiamo, in versione integrale, il messaggio alla città di Ravenna, alla comunità e alle famiglie che il nostro Arcivescovo, Mons. Giuseppe Verucchi, ha scritto in occasione del 23 luglio, Solennità di Sant’Apollinare, Patrono dell’Archidiocesi di Ravenna-Cervia e della regione Emilia-Romagna.
 
Ogni anno, la Festa del Patrono suscita in me il desiderio di aprire il mio cuore non soltanto alla comunità ecclesiale, ma anche alla città, alle famiglie, alla gente del nostro territorio.
Desidero dunque rivolgermi a tutti. Con il cuore in mano. Senza pretese. Con la speranza di servire il bene della gente.
S. Apollinare è vissuto a Ravenna nel II secolo. Primo Vescovo e martire della nostra Diocesi, ha annunciato Cristo, nella nostra città. Il suo corpo è nella Basilica di Classe. Il suo capo è sotto l’altare del Duomo.
La fede in Cristo che ci ha trasmesso, il Vangelo, le idee e i valori cristiani e umani che ha vissuto e donato sono penetrati nell’humus della nostra terra, nella nostra storia. Un po’ tutti veniamo ‘da Apollinare’: per la vita di fede in Cristo, per la cultura alla quale apparteniamo, per i valori umani che Lui ha contribuito a far fiorire. Si può pensare, con riconoscenza, a S. Apollinare anche senza essere cristiani. Se poi siamo credenti lo ringraziamo per l’eredità che ci ha lasciato. Per la sua importante opera di evangelizzazione è stato dichiarato Patrono dell’Emilia-Romagna.
 
Le LETTURE
Ci parlano di un Pastore ‘bello’, cioè vero, autentico, buono che si spende per le pecore: le conosce, le ama, le raduna, le passa in rassegna per capire ciò di cui hanno bisogno, cura le malate, va in cerca delle disperse; di tutte si preoccupa; a tutte prepara una mensa (con cibi e bevande), per tutte opera affinché abbiano riposo, tranquillità, felicità, vita piena. Per il suo gregge dona la vita affinché vivano unite e una vita felice.
In questa immagine-parabola vediamo: Dio che ama il suo Popolo; Gesù che ama l’umanità; Apollinare che si spende per la sua Chiesa. Ma possiamo fare un’applicazione valida anche per l’oggi.
Chi ha responsabilità (ecclesiali, sociali, familiari, educative) si sente coinvolto!
Noi siamo chiamati ad essere pastori ‘belli, bravi, autentici, veri’ per la nostra gente! Per il loro bene. Perché vivano e siano sereni e in pace. Perché ci sia una società sempre più umana, una Chiesa sempre più fraterna, una famiglia sempre più ricca di amore e di vita.
D’accordo: a titoli diversi, in modi diversi, con competenze diverse, ma tutti siamo chiamati a essere pastori che hanno a cuore la gente! Ma le persone di che cosa hanno bisogno?
Quest’anno mi vorrei fermare su ‘tre mense’ di cui, mi sembra, tutte le persone hanno bisogno.
 
1ª MENSA. La mensa del ‘PANE’
È la prima esigenza che avvertiamo. Si tratta dei bisogni fondamentali. Abbiamo bisogno di vivere! Perciò, sulla prima mensa, dovrebbero esserci per tutti: cibi e bevande; vestiti e cure mediche; un’abitazione; lavoro; altri beni materiali indispensabili: aria, acqua, terra.
Lo sappiamo. Stiamo vivendo una crisi finanziaria-economica profonda e lunga. Proprio per questo deve crescere la preoccupazione dei ‘pastori’, affinché:
– aumenti la cultura della solidarietà, della condivisione, dell’accoglienza, della responsabilità.
– Impariamo un po’ più di sobrietà affinché alla ‘mensa’ possano accedere tutti e trovarvi ‘il loro pane’.
– Fare scelte di priorità: saper mantenere l’essenziale; aver il coraggio di ‘tagliare’ il superfluo!
– Credo sia necessario fare si che, in ogni famiglia, ci sia almeno UNO che lavori e possa portare a casa uno stipendio.
Mi sembra sia ‘il pane’ principale che, assieme al necessario per vivere, assicura la dignità della persona.
Non so come. Ma bisognerà trovare il modo di vedere oggettivamente:
– in quali famiglie nessuno lavora;
– in quali famiglie non entra l’indispensabile per sopravvivere;
– e come fare per assicurare un lavoro e almeno uno stipendio per ogni famiglia;
– a meno che buone pensioni non risolvano il problema.
 
2ª MENSA. La mensa dell’EDUCAZIONE
Tutti abbiamo bisogno anche di questa mensa. Fino all’ingresso nella VITA di LÀ abbiamo bisogno di vivere un cammino educativo che ci aiuti a crescere in una vita: ricca di valori; basata su idee e principi validi – veri – buoni; capace di relazioni belle e serene con gli altri, con la natura e con noi stessi. Una vita felice, libera dal male, con capacità e voglia di fare ciò che è bene.
I pastori hanno poi un compito educativo speciale e prezioso nei confronti dei piccoli, dei ragazzi e dei giovani. L’emergenza educativa è sotto gli occhi di tutti. La missione educativa diventa sempre più urgente. Noi vescovi Italiani abbiamo deciso di dedicarci, con particolare impegno, alla missione educativa insieme alle nostre comunità, per tutto il decennio 2010-2020. Tutti avvertiamo questa esigenza! Desideriamo avere adolescenti e giovani BELLI, LIBERI dal male, FELICI di vivere, CONTENTI di poter realizzarsi nello studio e nel lavoro con, nel cuore, una forte speranza per il futuro (famiglia, professione, vocazione).
Ci sono troppi incidenti; troppe violenze; troppe vite gettate via, sciupate e rovinate. Non credo che la felicità vera e la vera realizzazione di sé si possano trovare nella droga, nell’alcool, nella violenza sull’altro, nel disordine esistenziale. I pastori non possono ‘stare a guardare’ mentre tanti ragazzi e ragazze ‘gettano via la vita’! È urgente prenderci più a cuore la missione educativa! Dare ai ragazzi e alle ragazze: tempo, spazi e persone che educhino; energie spese per la loro crescita; amore, stima, incoraggiamento; valori veri, principi solidi su cui basare al vita; regole che aiutino a evitare incidenti, stragi, morte e sofferenze. Diamo soprattutto la gioia di vivere e valori di vita. Con il nostro esempio e la parola. Con il cuore e la mente.
 
3ª MENSA. La mensa della VITA NUOVA
C’è una terza mensa alla quale il Signore ci chiama a partecipare. È la mensa dell’Eucaristia, la mensa della PAROLA del Signore e della CORPO e del SANGUE di Gesù. Il Signore non si è accontentato di farci esistere come persone umane, di liberarci dal peccato, di chiamarci suoi amici! Ha voluto renderci partecipi della Sua VITA DIVINA! Tutti siamo chiamati a questa altissima dignità. Nessuno è obbligato con la forza. Ma tutti abbiamo la possibilità di dire di sì. È un DONO ‘ una GRAZIA ‘ una FORTUNA avere in noi la VITA DIVINA, la VITA NUOVA. Ci viene data nel Battesimo. Rafforzata nella Cresima. E il CIBO per alimentarla? Ecco la terza mensa! Parola ed Eucaristia. Preghiera e Vita ecclesiale. Volerci bene significa voler il nostro vero bene TOTALE. Volere la realizzazione di tutte le dimensioni della nostra vita: vita fisica, vita spirituale (intelligenza, volontà, affettività) e VITA DIVINA. La vita NUOVA in Cristo. I pastori che hanno a cuore il bene integrale dei ragazzi/e e delle persone: 
 
– faranno di tutto per creare le condizioni affinché ognuno possa nutrire anche la VITA NUOVA;
– in modi diversi:
permettendo che si possa vivere anche questa dimensione;
creando le condizioni affinché ognuno possa partecipare alla mensa della Parola e del Corpo e Sangue di Gesù;
educando i figli e i ragazzi con l’esempio e la parola a partecipare all’Eucaristia domenicale.
È compito del Vescovo e dei sacerdoti: evangelizzare, formare, accompagnare i fratelli e le sorelle a comprendere la preziosità dell’Eucaristia e sostenerli nel partecipare con fede, con amore e con convinzione.
 
TRE DIMENSIONI – TRE MENSE
Tutte e tre importanti e preziose. Tutte e tre pensate dal Signore per il nostro vero BENE di qua e di là. Il pane, l’educazione, l’Eucaristia. Tre doni che i PASTORI sono chiamati a non fare mancare. Tre doni che rendono la vita BELLA, FELICE, DEGNA di essere vissuta.
Buon Sant’ Apollinare.
 
+ Giuseppe Verucchi
 
 
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