500 giovani a Ravenna per il Convegno Nazionale della Pastorale Giovanile

500 giovani a Ravenna
Dal “RisVeglio Duemila” N. 5/2017  

Sarà una giornata a base di cultura, preghiera e tipicità quella del 21 febbraio per gli oltre 500 partecipanti al convegno della Pastorale Giovanile nazionale (“La cura e l’attesa. Il buon educatore e la comunità cristiana”) in visita nella nostra città per un intero pomeriggio. La Pastorale Giovanile diocesana ha organizzato la giornata in modo tale da far vivere ai partecipanti al convegno un’esperienza di Chiesa e formativa a partire dai nostri mosaici, e in particolare, a partire dalla figura di quel grande educatore che fu il patrono della nostra diocesi Sant’Apollinare. “All’arrivo, attorno alle 15 – spiega Elisabetta Coffari della Pastorale Giovanile –, i giovani saranno accolti nella basilica di Classe per un momento di preghiera per un’introduzione alla figura di Apollinare da parte del direttore dell’Ufficio per la Pastorale della Cultura Giovanni Gardini e poi, per gruppi, si visiteranno i monumenti di Ravenna con alcune guide e i volontari delle Pietre Vive”. Un’introduzione ai nostri mosaici che quindi non sarà solo una dotta spiegazione ma soprattutto una sottolineatura di quello che, ancora oggi, dicono, dal punto di vista della fede, quelle tessere a giovani come loro. Ma sarà soprattutto la veglia delle ore 17 (luogo ancora da definire) a proporre ai partecipanti al convegno una riflessione sulla figura del Santo che ha portato la fede nelle nostre terre, e che educò, oltre che evangelizzare molti ravennati molto prima che educare fosse un compito canonizzato della Chiesa. In serata poi ci si sposterà all’Almagià per una cena tipica a base di cappelletti e piadina, servita dagli scout di San Biagio, e ancora uno spettacolo degli sbandieratori di Faenza e poi balli romagnoli e il rock degli Swing Stars. “Quella del 21 febbraio sarà innanzitutto un’occasione per riunire i giovani romagnoli che si sono incontrati in Polonia per la Gmg, ma anche un’opportunità di accoglienza, scambio e promozione della nostra città e dei suoi tesori – conclude Coffari –. E far scoprire ad altri le bellezze che Ravenna ha ci permette anche si riscoprirli ancora”. Attraverso gli occhi degli altri.