13 marzo: Giornata Diocesana per la Missione in Perù

13 marzo:
Giornata Diocesana
per la Missione in Perù

Dal “RisVeglio Duemila”  N. 9/2016

 

Mons. Ghizzoni
prende spunto dall’esperienza
di Carabayllo, in Perù

Andare in missione tra la gente

 

È partita la nostra esperienza di collaborazione missionaria ed ecclesiale con la Chiesa sorella di Carabayllo, diocesi della periferia di Lima: d’accordo col vescovo Lino e con la sua Chiesa abbiamo iniziato un cammino di comunione mettendo a disposizione persone (don Stefano e i laici Luciana, Nicola, Flavio e Teresa) e mezzi. Insieme noi due Vescovi abbiamo inaugurato con alcune celebrazioni eucaristiche la loro presenza e li abbiamo presentati al popolo di Dio di quella Chiesa. Abbiamo anche incontrato i seminaristi, la curia, una parte del clero, alcuni religiosi e religiose, altri missionari italiani (fidei donum di Como) che reggono una parrocchia vicina. Avremo un compito significativo: tenere vive quattro aggregazioni comunitarie che forse tra qualche anno potrebbero diventare nuove parrocchie, due grandi e due più piccole e precarie. Dovremo anche completare i luoghi di culto, gli ambienti parrocchiali ancora al grezzo e le abitazioni per i presbiteri e i laici, ora sistemati in modo molto povero e sobrio, ma anche di esempio per tutti: la povertà convince più di ogni discorso. Ho visto io stesso le difficoltà di inserimento culturale e pastorale in comunità piccole ma ben avviate e vivacissime, ma c’è anche tanta disponibilità alla collaborazione, tanta fede. Il fermento c’è, la massa non manca, anzi! Insomma, lì la missione è iniziata. Ma da noi?

La Giornata diocesana per la nostra Missione, che sarà celebrata domenica 13 marzo, ci deve provocare e suggerire i nuovi atteggiamenti che lo stesso Papa Francesco ci ha già proposto con la Evangelii Gaudium. Quando apriremo la missione nei territori da evangelizzare delle nostre parrocchie? Ogni parrocchia sa che ci sono famiglie, condomini, quartieri, zone, vie dove ci sarebbe bisogno di un’evangelizzazione più penetrante, più porta a porta, più da persona a persona, benché sostenuta e guidata dai parroci e dalle intere comunità dei frequentanti fedeli. Credo che fino a quando non avremo trasmesso l’ansia dell’annuncio a ciascuno e a tutti i nostri fedeli laici, facendone dei portatori di misericordia e di speranza, non avremo ancora completato il nostro impegno di apertura della missione! Il nostro compito prioritario dei prossimi anni sarà quello di studiare gli “agganci”. Quando, come, con che atteggiamenti agganciare i nostri vicini di famiglia, di casa, di lavoro, di quartiere o di paese, per trasmettere la misericordia che ci ha guarito, la speranza che ci toglie ogni paura del futuro, la gioia che sperimentiamo già ora, perché abbiamo conosciuto un Dio vicino, amante della vita, che ci custodisce con affetto materno e paterno uno per uno? Dobbiamo iniziare a fare delle sperimentazioni, a metterci in cammino, a confrontarci sugli incontri interpersonali e sui problemi sorti, per diventare una rete viva di discepoli di Gesù che non aspettano il ritorno delle pecore in recinti di cui non conoscono più le vie, ma pescatori che non temono la notte per gettare le reti. È di notte che i pesci risalgono, è “nella notte interiore” che molti si mettono alla ricerca di qualcosa o qualcuno che dia loro luce.

+Lorenzo, Vescovo

 

www.diocesiravennacervia.it/missionediocesana

 

Un’occasione di carità concreta per la Quaresima

Per contribuire alla realizzazione di queste opere è possibile fare un’offerta per la missione diocesana, con una sottoscrizione all’Arcidiocesi di Ravenna-Cervia, cc IT7Y0854213103036000100240, presso il Credito Cooperativo ravennate e Imolese.