SFT: Intervista al direttore don Giovanni Giussani
Dal “RisVeglio Duemila” N. 32/2015
In vista della riapertura della Scuola di Formazione, abbiamo intervistato il direttore della stessa, don Giovanni Giussani.
Don Giovanni, la Scuola di Formazione è rivolta a tutta la comunità diocesana. Quali arricchimenti può trarre una persona che crede in Dio, frequentando la Scuola?
“Faccio mie due espressioni; la prima: rafforzare le ragioni della nostra speranza; e la seconda: l’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo.
Mi sembra che anche in passato, con queste attenzioni, si sia voluto rispondere a questa domanda.
Si è cristiani dal giorno del nostro battesimo, e da quel giorno in poi – ovviamente – si cresce. Anche la nostra conoscenza di Cristo e della Chiesa può e deve crescere ogni giorno, per diventare cristiani adulti. Ecco, ogni Scuola di formazione teologica e, di più, ogni buona occasione di formazione ci stimola a questo progresso”.
Entriamo nello specifico delle proposte. I corsi che si tengono nei lunedì sono molto incentrati sulla conoscenza delle Sacre Scritture. Quale è la loro finalità e si ripetono di anno in anno oppure si rinnovano?
“Quest’anno due corsi esploreranno ambiti scritturistici. La Sacra Scrittura, lo sappiamo, è il fondamento per ogni altro insegnamento che la Chiesa ci propone. Conoscere la Parola che Dio ci ha donato è quindi fondamentale. Certo la nostra Scuola diocesana non esaurisce questo compito… molto di più c’è da fare.
Ma le basi sono gettate. In ogni anno del triennio ciclico è previsto almeno un corso di Sacra Scrittura. Anche la scorsa stagione, dove fu fatta la scelta di un itinerario di approfondimento, fu inserito un corso sulla parte giovannea della Bibbia. Tutti i corsi suggeriti nel così detto “ciclo istituzionale” (dove le materie trattate si ripropongono ogni triennio) intendono dare basi solide su cui poi, eventualmente, costruire qualcosa di più ben strutturato”.
Uno sguardo alle altre proposte culturali e formative. Si spazia dalla bioetica alla formazione per catechisti e accompagnatori degli adulti, alla conoscenza dei dieci comandamenti… Possiamo legare questi temi al percorso verso il Convegno di Ecclesiale di Firenze: “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”? Sono cioè, proposte legate alla realtà, alle relazioni fra le persone, a quell’“abbattere i muri” e “costruire ponti” a cui ci invita Papa Francesco?
“Sicuramente. L’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio ha bisogno di Lui. Altrimenti ne sente la mancanza. La prima relazione, per costruire quelle orizzontali tra fratelli, credo sia quella in verticale, con Dio. Lo stesso titolo del Convegno ci indica che solo in Gesù Cristo, il Dio che si è fatto uomo, può nascere una nuova umanità.
Quasi tutte le proposte chiamate ‘Culturali e Formative’ nascono dalla volontà di collaborazione con altri enti diocesani (Uffici Pastorali, Associazioni, ecc.).
Sono già di per sé espressione di relazione, frutto di una partecipazione che permette di creare quei ponti fra diverse realtà, così come siamo chiamati da Papa Francesco. Si mettono insieme diversi doni, diversi carismi per dare qualcosa di utile ai fratelli.
Con questo presupposto si possono affrontare al meglio anche temi attuali, e direi… scottanti a volte, come ad esempio quelli dei nuovi temi di bioetica, o quelli della pastorale sociale”.
A cura di Fabrizio Casanova








