Pietre Vive: da 4 anni a Ravenna
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 26/2014
Lo scorso 9 giugno le Pietre Vive hanno festeggiato i quattro anni di servizio a Ravenna, e lo hanno fatto in grande stile grazie alla benedizione di mons. Lorenzo Ghizzoni.
Pietre Vive è una comunità di giovani che a partire dal 2008 offre visite guidate gratuite in monumenti cristiani puntando soprattutto all’aspetto spirituale. Questo non esime da una solida preparazione storico- artistica, ma la ‘vita’ delle Pietre Vive è annunciare il Vangelo attraverso la storia dell’arte e della tradizione cristiana che ci tramandano i Padri, coinvolgendo il turista o il semplice passante attraverso i ricchi significati della simbolica paleocristiana, bizantina, romanica, gotica, barocca, contemporanea. Questa simbolica non è ‘morta’ nelle pietre che la plasma, ma è viva, e capace ancora oggi di parlare a chi la guarda, qui a Ravenna più che mai. Il servizio delle Pietre Vive nasce grazie all’intuizione di un padre gesuita, Jean Paul Hernàndez, il quale, con grande carisma comunicativo e passione per Gesù Cristo, ha raccolto alcuni giovani, tra cui la sottoscritta, e con cura paterna e fraterna li ha accompagnati in un percorso che neanche lui si sarebbe aspettato portasse nel giro di cinque anni a così tante nascite di ‘nuove pietre’. Questo percorso prevede una formazione teologica e artistica e tanta preghiera comunitaria. La porta di Ravenna si aprì per noi, gruppo bolognese, nel maggio del 2010, quando fummo e accolti da Monsignor Guido Marchetti, dal Vescovo e dall’equipe dei monumenti patrimonio Unesco. Mi sembrava un sogno poter essere Pietra Viva nella città delle pietre preziose per eccellenza: chi meglio di Ravenna poteva offrire la possibilità di parlare a gran voce della bellezza della nostra fede, di svelare attraverso i simboli paleocristiani una ricchezza che oggi pare non interessare più, forse perché non se ne conosce più l’esistenza? Già soltanto il mosaico, come tecnica in sé, permette una riflessione e una catechesi sulla luce che gli dona il senso, e l’iscrizione nel vestibolo della cappella di Sant’Andrea è un magnifico esempio di inno alla luce che a Ravenna davvero domina sovrana, perché continuamente riflessa dalle tessere dorate e di pasta vitrea. Queste tessere preziose sono come gli uomini: ciascuna brilla per i propri ‘punti luce’, e così, rapite da un unico sguardo, creano un disegno meraviglioso, variopinto, abbagliante che è immagine di Dio. Pietre Vive non è solo parlare di Dio per mezzo del dato artistico ma è anche scoprire di parlare con Lui mentre si sta parlando a una coppia, a un bambino, a un gruppo di turisti italiani o stranieri. E’ un esperienza ecclesiale prima di tutto, che mi ha accompagnato negli ultimi cinque anni e che è penetrata così profondamente nel cuore da divenirne uno strato fondamentale. Mi sono trovata più volte a fare la Pietra Viva ‘fuori servizio’, addirittura in assenza di opere d’arte, e ho scoperto che questa comunità trasmette uno stile di vita, un modo di accogliere il Signore nello straniero che casualmente incontri. Non decidi tu chi sarà la prossima persona che guiderai, ma è il Signore che guida i suoi passi. Molto spesso ho potuto constatare che non potevano essere incidentali certe congiunzioni tra Pietre Vive e turisti. Il Signore dona ogni giorno il Pane Quotidiano, e spesso questo pane te lo offrono gli stranieri che incontri per caso e Lui che è il più grande Straniero della Storia. A Ravenna ho incontrato tanti stranieri, la prima volta che proposi una visita in inglese fu a una coppia di anziani, mi trovavo al battistero Neoniano ed ero molto imbarazzata perché non avevo preparato in inglese la spiegazione del rito battesimale che solitamente spiego in italiano. Rimasi attonita dalla semplicità del dialogo che si creò, in cui fu la coppia stessa ad aiutarmi a trovare le parole che mi sfuggivano, e il risultato fu una guida a tre voci in cui molto del senso fu proprio cercare insieme il senso. Fu proprio in quel giorno che compresi questo: l’importante, ciò che dà pienezza allo spirito non è sapere molto e perfettamente, ma è trovare l’umiltà e il coraggio di condividere quello che si ha, anche se sembra poco e non adeguato. Del resto, il Signore non chiama chi è capace ma rende capace chi chiama. Un altro ricordo a proposito delle persone che ho accompagnato, risale alla prima giornata di servizio – il 22 maggio 2010 – è quello di una coppia non giovanissima. Mentre stavo parlando della storia di Abramo alle Querce di Mamre e di Sara che è rappresentata nella sua famosa risata per l’incredulità di quella promessa di Dio, mi accorgo che la signora è commossa. Alla fine della visita mi confida che anche loro, come Abramo e Sara, stavano cercando di avere un figlio che non arrivava da ormai troppo tempo e avevano appena avviato le pratiche di adozione. Nei momenti successivi a quell’incontro mi sentii colmare di una gioia nuova, una gioia che non si è estinta ancora oggi, che è il frutto dell’aver deposto i miei freni inibitori per inoltrarmi in un annuncio tale da accorgermi di avere davanti ai miei occhi gli stessi Abramo e Sara. E’ stato come prestare la mia voce al Signore perché Lui rendesse vive quelle mie stesse parole e le rivolgesse anche a me, che le stavo pronunciando. E allora sgorga spontanea dal cuore la preghiera ‘ Benedetto colui che viene nel Nome del Signore’.
Beatrice Minotta (Pietra Viva Bologna-Ravenna)
Due anni fa, lungo il cammino di Santiago, conobbi l’attività di Pietre Vive per bocca di Beatrice, ‘pietra viva‘ da anni. Da allora i miei studi di arte e architettura hanno acquisito uno strumento d’indagine inaspettato: la lettura del dato teologico ci permette di trarre una luce sempre nuova dalle antiche testimonianze, la cui lettura altrimenti visuale ne relegherebbe l’apprezzamento al pubblico specialistico. Ravenna è per eccellenza lo scrigno di quella luce, crocevia dell’oro delle icone e della grande tradizione classica. La preminenza del dato teologico feconda un metodo, o, per meglio dire, uno sguardo che non si sovrappone né elide la tradizione dell’ermeneutica contemporanea: al contrario è dal vivo incontro della fede, con la sua tradizione, e dell’intelligenza interpretativa soggettiva che scaturisce quella rivelazione perenne e vivificante. Per questo la comunità di Pietre Vive si incontra anche per eventi periodici di formazione in campo estetico, storico e teologico, intessendo legami con le università e le singole personalità attive nel campo. Il momento formativo è poi ripreso ad ogni giornata di servizio e compreso nella preghiera comunitaria che trae spunto dal testo artistico oggetto delle visite guidate.
Andrea Zangari (delegato coordinatore Ravenna)
Le Pietre Vive fanno parte di una comunità all’interno della quale si può sperimentare ciò che è la vera forza del servizio: la preghiera. La spiritualità di Pietre Vive, che si manifesta attraverso le visite ai turisti, è un arco fra due domande, due ‘grazie da chiedere’ proprio nella preghiera. La prima si esprime nel ritiro di preparazione: ‘Signore, cosa vuoi che io dica ai turisti da parte tua?’. La seconda segna la fine del servizio. In una rilettura dell’esperienza, si chiede al Signore: ‘Cosa mi hai detto attraverso di loro?’. Una ricca vita comunitaria di preghiera, condivisione e formazione, in un clima di profonda amicizia spirituale, è quindi necessaria per poter annunciare l’amore folle e gratuito di Dio.
Letizia Cesari (coordinatrice Bologna)
Quello che mi piace di Ravenna è che ha sempre una parola, anzi una Parola, anche per me; per quanto io metta a fuoco un’immagine su cui giocarmi nella visita, finisce che mi soffermo e provo gusto su altro che non avevo prestabilito’ e questo è tutto merito del Signore che mi sorprende ogni volta di me stessa. La comunità fa il resto. Sono grata del week end trascorso, della fraternità, dell’amicizia, della preghiera insieme, dell’incontro con il Vescovo e dell’incontro con le persone che ho accompagnato. Perché è l’incontro con l’altro che dà il senso alle giornate di Pietre Vive, è l’incontro con l’altro che permette di incontrare l’Altro, e di questo non posso che essere grata!
Maria Luisa Simonato (coordinatrice Padova)








