L’arcivescovo: ‘Il 2014/2015 sarà dedicato ad un ripensamento dei percorsi di iniziazione’
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 24/2014
Un anno per la formazione dei catechisti
Nuovi orizzonti per l’iniziazione cristiana in diocesi. Dopo il convegno dello scorso 31 maggio ‘Famiglia e parrocchia insieme per iniziare alla vita cristiana’ si guarda al prossimo anno pastorale che potrebbe essere l’anno zero di un nuovo stile di catechesi in parrocchia. Un ripensamento degli attuali metodi utilizzati in parrocchia ce lo chiede la stessa Cei che recentemente, in occasione dell’assemblea che si è svolta a Roma a fine maggio, ha presentato a Papa Francesco i ‘Nuovi orientamenti sulla catechesi’ che verranno a breve pubblicati. Ma l’esigenza di un cambiamento è risuonata, forte, anche al convegno del 31 maggio all’Hotel Mattei di Ravenna, dove si sono confrontati catechisti, parroci, genitori e operatori pastorali.
Sono diverse le linee guida per il futuro emerse nel dialogo con l’assemblea: coinvolgere maggiormente le famiglie nel percorso di iniziazione cristiana (in passato il catechismo era la formalizzazione di un’educazione cristiana che partiva dalla famiglia, ora, senza questo apporto fondamentale delle famiglia, il catechismo rischia di avere armi spuntate), coinvolgere l’intera comunità nel percorsi di accompagnamento dei più piccoli verso Gesù, formare catechisti-testimoni che non parlino solo ai piccoli ma possano essere compagni di viaggio per i genitori. In diocesi sono già partiti alcuni importanti esperimenti, che prendono spunto da un cammino cosiddetto ‘catecumenale’, che punta cioè non tanto a portare i ragazzi ai sacramenti (Cresima e Comunione) ma, attraverso essi, ad introdurli alla vita cristiana.
A San Biagio, ad esempio, il catechismo per chi sceglie il percorso sperimentale inizia in seconda elementare, con l’accoglienza di bimbi e genitori nella comunità; nel corso dei 5 anni si cerca il più possibile di coinvolgere le famiglie con la consegna del Vangelo o il rinnovo delle promesse battesimali, ‘si tenta anche di recuperare la domenica come centro della vita cristiana’, ha spiegato Teresa Neri, catechista di San Biagio, e si anticipa l’adesione dei più piccoli ai gruppi dei cresimandi, di Ac o Agesci. A San Giuseppe Operaio, invece, il progetto Emmaus fa un passo in più: Cresima e Comunione si celebrano, insieme, in prima media e ad accompagnare bimbi e genitori (che si trovano una volta al mese in contemporanea con i figli) sono dei catechisti-accompagnatori appositamente formati per parlare non solo ai piccoli ma anche ai grandi.
Due esperienze pilota (che proseguiranno) dalle quali però, occorre partire per un rinnovamento della catechesi per l’intera diocesi. Ed è per questo che il direttore dell’Ufficio catechistico don Andrea Bonazzi ha annunciato per il 2014-2015 un anno di formazione su questi temi. ‘Ci aiuterà in questo percorso Enzo Biemmi, presidente dell’equipe europea del Catecheti che verrà a Ravenna il 5 ottobre e poi il 18 gennaio per parlarci di come coinvolgere le famiglie, nel primo incontro, e la comunità, nel secondo. Poi, gli chiederemo di lasciarci dei lavori laboratoriali per una formazione che inizieremo a fare per zone’. ‘I progetti già avviati vanno studiati – ha spiegato l’arcivescovo di Ravenna Lorenzo Ghizzoni – ma vogliamo iniziare anche un percorso diocesano. E il principio dev’essere ‘prima formare, poi agire’. Di qui il progetto che partirà l’anno prossimo: a darci una mano sia l’ufficio catechistico che la scuola teologica. L’obiettivo dev’essere fare in modo che l’iniziazione cristiana sia veramente l’avvio alla vita cristiana, non solo ai sacramenti’.








