Assemblea Pastorale 2015:
Tutti missionari del Vangelo
Dal “RisVeglio Duemila” N. 35/2015
È evidente: per le comunità parrocchiali di Ravenna-Cervia è davvero “tempo di partire” (per annunciare il Vangelo nelle case, nelle piazze), come recitava il titolo dell’Assemblea Pastorale Diocesana che si è tenuta il 19 settembre a San Simone e Giuda, alla presenza di un buon numero di operatori pastorali provenienti da molteplici realtà.
Un dato su tutti: dei circa 34.000 giovani di età fra i 12 e 30 anni presenti in Diocesi, solo il 3% (poco più di mille persone) dichiara di frequentare attivamente una parrocchia. E i giovani, si sa, sono il futuro – della società ma anche della Chiesa. Mons. Ghizzoni, nell’aprire la giornata, ha affiancato il suo discorso ai contenuti della “Evangelii Gaudium”, il documento di Papa Francesco che è proprio una moderna “carta della missione” a tutto campo, del cristiano, perché fornisce motivazioni, possibili progetti, suggerimenti, sulla testimonianza della Parola di Dio in ogni realtà del quotidiano. Andiamo “verso nuove frontiere, geografiche ed esistenziali”, ha detto l’arcivescovo, dove la prima attenzione dev’essere quella “verso i nostri vicini, che spesso sono lontani da Dio”. Sta scemando la secolarizzazione che ha colpito la società occidentale e lascia, in molte persone, una profonda ricerca di senso, di avere risposte esistenziali, per colmare quel vuoto di valori etici oggettivi e universali che lascia smarriti e indifesi di fronte ai problemi.
Come il resto d’Europa, ha proseguito Ghizzoni, anche la nostra Diocesi è in stato di missione e, quindi, per noi cristiani cattolici della Chiesa ravennate quindi, si aprono scenari nuovi.
Se è vero, come evidenziano diversi documenti post conciliari, che tutti devono collaborare nella Chiesa, allora non si possono più scaricare le responsabilità sugli altri. Tutti, in sostanza, siamo discepoli missionari e dobbiamo evangelizzare gli ambienti in cui viviamo – la casa, la piazza, il luogo di lavoro o quello dove ci divertiamo… – con la nostra coerenza di vita, anzitutto. Scrive, in merito, Papa Francesco: “Al primo posto non sta tanto il fare, ma l’essere, la grazia e non chi la comunica, la dignità dei battezzati e non i ruoli e le funzioni nella Chiesa”. Come dire: quello che davvero conta è la piena disponibilità a mettersi in gioco, a testimoniare Cristo e non la vocazione che si ha o il tipo di responsabilità che si ricopre. Ciò che ci rende uguali è il Battesimo ricevuto, che ci pone tutti sullo stesso piano davanti a Dio.
Alcuni ambiti di testimonianza
Nella successiva “tavola rotonda” si sono approfonditi quattro ambiti di evangelizzazione, con lo scopo di promuovere un lavoro personale e comunitario che porti a realizzare progetti di stile missionario, nella condivisione e piena collaborazione.
Don Stefano Bucci, Thomas Melai ed Elisabetta Coffari, per la pastorale giovanile, hanno evidenziato quanto i giovani presenti nel nostro territorio diocesano siano lontani dalla Chiesa e da Cristo (es: solo l’uno per cento di essi aprirebbe un confronto con un prete o una suora). È necessario, perciò, andare nei luoghi dove i giovani vivono, per testimoniare la bellezza della fede in Dio, tramite tre percorsi-base: la strada, la scuola, il web. A questo scopo, ecco una “Luce nella notte” (l’evangelizzazione di strada), e poi i progetti educativi, come la “Start Up” (per animatori dai 14 ai 18 anni) e il “Walking On” (per giovani); ecco il “Café Teologico”, sei serate che diventano occasioni di approfondimento di temi attuali e “giovani” . E ancora gli Esercizi spirituali, le lectio e un nuovo sito – www.giovaniravenna.it – più accessibile e in grado di raggiungere tutti i giovani.
Perché – si è chiesto don Mattia Balelli parlando di catechesi – quasi tutti i nostri bambini, bravi nel frequentare fino alla Cresima, poi non si vedono più in parrocchia? Una risposta è nell’eccessiva delega che si fa ai catechisti, lasciando a loro l’organizzazione di molti servizi che potrebbero essere utili a “far innamorare” i bambini della parrocchia (es: l’animazione liturgica delle Messe o i momenti di gioco prima e dopo il catechismo).
Un bambino – ha aggiunto – dovrebbe invece verificare che nella comunità parrocchiale c’è tutta la vita, che la parrocchia non è un “capannone isolato”. Ecco allora le proposte, illustrate anche da Elisa Roncuzzi, per potere essere catecheti sempre e ovunque: le serate di “Bibbia Arte e Fede”, l’itinerario formativo per catechisti e accompagnatori degli adulti che partirà domenica 4 ottobre dalle 15 alle 18 a San Simone e Giuda (per info: donandreab@libero.it), il Centro di ascolto della Parola…
La nostra comunità cattolica fa parte di quel numero ristretto di persone che, nel mondo, possiedono oltre l’80% delle risorse; lo ha detto Antonio Chiusolo sviluppando, insieme a Raffaella Bazzoni (Caritas e Centro di Ascolto), l’ambito della carità. E’ chiaro che, come cristiani, non possiamo esimerci dal restituire ai poveri attorno a noi – e ai tanti che bussano e busseranno alle nostre porte, provenienti dall’estero – quanto abbiamo in più: fa parte della natura stessa della nostra fede. Il Vangelo mette al centro l’altro, le sue esigenze: Cristo stesso ci invita a farci servi di chi incontriamo. L’altro è un nostro fratello e, pertanto, non possiamo avere atteggiamenti di indifferenza o paura nei suoi confronti. Tante e fantasiose sono le vie della carità: raccolta e distribuzione indumenti; ospitalità di una persona, o di una famiglia (come ci ha detto il Papa); condivisione dei pasti…
“Quello che ascoltate sottovoce, gridatelo dai tetti”; lo dice Cristo, nel vangelo di Matteo. Peccato che, come ha detto Enrico Saviotti (UDCS) parlando di comunicazione, i giornali, ma in generale tutti i mass media, o snobbano oppure presentano in modo distorto quanto la Chiesa dice, propone e fa. Perciò è importante comunicare, e farlo bene, utilizzando naturalmente anche la rete, ma stando bene attenti a spiegare ciò che si fa, ad approfondire i temi che proponiamo. Daniela Verlicchi ha aggiunto che in quello che comunichiamo ai mass media occorre “far saltare fuori la vita”; dobbiamo avere un nostro stile per veicolare il messaggio cristiano ed evitare un linguaggio troppo ecclesiale.
Sono state fatte alcune proposte: un mini corso di giornalismo, una maggiore attenzione alle periferie della Diocesi, forse un sito internet e una pagina facebook per il settimanale diocesano e, il 24 gennaio (Festa di San Francesco di Sales) un incontro con i giornalisti.
È poi intervenuto don Stefano Morini – tornato in Diocesi per alcuni mesi – affermando che la parrocchia che si sta aprendo nella missione diocesana a Lima (Perù) si chiamerà “Gesù è misericordioso”: un minimo di struttura c’è già e il percorso continua.
Il Giubileo della Misericordia
Nel pomeriggio, mons. Ghizzoni ha illustrato le prime tappe certe del Giubileo della Misericordia, così come lo vivremo in Diocesi.
Due saranno le Porte Sante: domenica 13 dicembre alle ore 15.30 sarà aperta quella della Cattedrale mentre il 31 dicembre, dopo la Marcia della Pace, si aprirà quella a Santa Maria in Porto. In quest’anno giubilare si valorizzerà e “rilancerà” il sacramento della penitenza, come occasione di riconciliazione con Dio, con se stessi e con i fratelli. E’ previsto un pellegrinaggio diocesano a Roma – in occasione di una delle udienze speciali di Papa Francesco – dal 9 all’11 settembre 2016. Si faranno poi dei pellegrinaggi diocesani, con percorsi ancora da stabilire, che avranno come metà una delle due Porte Sante.
Papa Francesco ha indicato di attuare anche le Opere di Misericordia – corporali e spirituali -. In tal senso si prevede la possibilità di avvicinarsi ai luoghi della sofferenza e della povertà; di aprirsi all’accoglienza dei poveri, all’assistenza dei malati; di impegnarsi maggiormente nell’ascolto degli altri, di praticare la correzione fraterna e il perdono
A conclusione dell’Assemblea, nel corso di una breve celebrazione mons. Ghizzoni poi ha conferito il Mandato a tutti gli operatori pastorali presenti.
Fabrizio Casanova








