Omelia dell’Epifania – 6 gennaio

08-01-2013
Epifania 2014
 
Ravenna, 6 gennaio 2014
 
 
1) Epifania: la ricerca di Dio e la sua manifestazione ai popoli
 
Nel suo racconto sui Magi venuti dall’Oriente, l’evangelista Matteo non ha intenzioni puramente storiche, ma vuole ricavare anche da questo episodio una potenzialità evangelizzatrice. Dunque è soprattutto il messaggio teologico che dobbiamo cercare nell’episodio dei Magi.
 
Egli vuole annunciare prima di tutto che il Cristo è venuto a salvare non solo gli Ebrei, ma anche i popoli i pagani, quelli che vengono dall’estremo oriente, anticipo di tutti quelli che verranno da ogni altra parte del mondo!
 
Con gli Ebrei Dio era entrato in dialogo tramite i patriarchi, la legge di Mosè, la rivelazione dei profeti; con le altre genti, tramite la natura. La conoscenza di Dio, coltivata soprattutto da parte degli astrologi in quasi tutti i popoli antichi, era una via per arrivare a lui, tramite la ragione e la scienza. Dunque, ‘ ci rivela il Vangelo di Matteo’ , anche i pagani attendevano il Salvatore e si erano preparati, a loro modo, leggendo i messaggi del cosmo! La stella, al pari di tutto il creato, viene letta come un messaggio di Dio.
 
Ma con la sola natura l’uomo non arriva a Cristo, proprio come i Magi non arrivano al bambino. Occorre una mediazione importante e divina: la sacra Scrittura. Infatti i Magi hanno avuto bisogno della interpretazione dei maestri della Parola di Dio, i dottori della legge, che hanno saputo dare una interpretazione a quel segno del cielo rifacendosi alle antiche profezie su Betlemme.
 
Anche il Vangelo di Matteo ricostruisce il racconto della visita dei Magi sullo sfondo del famoso testo di Isaia 60 (I lettura). Per Matteo però la luce è Gesù, non più Gerusalemme; e i Magi sono l’avanguardia dei popoli pagani che camminano verso di lui. La venuta dei Magi, assume una chiara dimensione universale, che sarà richiamata dal mandato finale del Vangelo: ‘Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo’ (Mt 28,19). Due pagine missionarie che aprono e chiudono la storia di Gesù’ e che indicano chiaramente la vocazione e la missione sua e di tutta la sua Chiesa: ‘Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo’ (Mt 28,20)
 
Commenta Papa Benedetto XVI: ‘I sapienti dell’Oriente sono un inizio, rappresentano l’incamminarsi dell’umanità verso Cristo, inaugurano una processione che percorre l’intera storia. Rappresentano l’attesa interiore dello spirito umano, il movimento delle religioni e della ragione umana incontro a Cristo’.
 
2) Il bisogno di salvezza e la missione della Chiesa
 
E’ dunque la festa dell’incontro tra le attese umane e il Dio che viene a rispondere ad esse, cioè al grande bisogno di ogni uomo di essere soccorso, guarito, purificato, salvato, alla fine al bisogno di essere amato e accettato totalmente. L’uomo di ogni tempo e latitudine ha bisogno della misericordia illimitata di un Padre non terreno, ha bisogno della vera libertà che solo un Salvatore divino gli può restituire, ha bisogno di un cuore capace di restituire tutto l’amore ricevuto, quindi trasformato dallo Spirito di Dio.
 
La nostra missione oggi deve avere questa fiducia, anche se alla superficie ci sono molte resistenze e pregiudizi nei nostri contemporanei, già battezzati, che tengono le distanze dalla Chiesa, ma anche da Gesù Cristo e alla fine anche dalla paternità di Dio. Per certi aspetti la nostra missione sarebbe più facile con i pagani che con i post-cristiani, che si illudono nella loro autosufficienza e non si accorgono che finiscono per adorare i surrogati dell’amore di Dio, i falsi idoli mondani, i soliti miti della gloria, del potere, del piacere.
Ma anche su questo terreno duro, poco profondo e spesso coperto di rovi si deve seminare, con l’abbondanza del seminatore evangelico. Il seme, se è Parola di Dio e non nostra, ha una sua potenza e sa affondare le radici nel rischioso terreno della libertà umana. La Parola del vangelo, che è spirito e vita, anche se portata da seminatori deboli e non sempre all’altezza, sa attrarre e convincere, anche i più ostinati. Ci dobbiamo credere! Non nelle nostre opere, ma nella grazia di Dio che opera in noi, e nelle loro coscienze, come vero maestro interiore.
La seconda evangelizzazione ‘ perché si tratta di tornare a seminare su un terreno già coltivato e resistente’ ha bisogno soprattutto di ripartire dalla Parola di Gesù, dal Vangelo. Senza paura degli insuccessi temporanei. Altri prima di noi avevano pescato tutta la notte senza catturare nulla, ma sulla sua parola gettando le reti le tirarono a riva a fatica, piene di pesci!
 
3) Vocazioni e ministeri per la missione
 
E oggi, proprio nella solennità dell’Epifania la nostra Chiesa diocesana accoglie una serie di doni importantissimi: un diacono, tre accoliti, un lettore, un candidato al diaconato, una candidata all’Ordine delle Vergini. Rilanciamo anche a loro la parola di Gesù: ‘Vi farò pescatori di uomini’; ‘Andate e annunciate’; ‘Sarete miei testimoni’.
Perché oggi, nella nostra Chiesa diocesana, ma anche nella Chiesa universale, secondo le parole di Papa Francesco, c’è bisogno soprattutto di questo: della nostra trasformazione missionaria!
 
Qualunque sia la vocazione particolare con cui siamo chiamati a servire la Chiesa e ad amare il Signore, abbiamo oggi il dovere di riformare noi stessi e le nostre comunità per uscire e andare verso le periferie geografiche, ma anche quelle umane. Più gli uomini e le donne che frequentiamo nella vita quotidiana sono lontani dalla fede e dalla luce di Dio, più  ci devono stare a cuore. Più si sono emarginati o sono stati emarginati da qualche nostra stoltezza, più dobbiamo sentire il bisogno di accostarli, con dolcezza e rispetto, con una parola di misericordia e di pace, con la gioia e la serenità che ci portiamo dentro per la fiducia che abbiamo in Gesù Cristo, Signore della nostra vita e anche della loro, perché ha dato la vita per tutti.
 
Carissimi Sergio, Renzo, Gianni, Vittorio, Antonio, Andrea, Simona, l’abbinamento di oggi tra l’ordinazione diaconale, l’istituzione dei ministeri, la presentazione dei candidati e l’Epifania, festa della manifestazione del Bambino ai popoli, è provvidenziale, perché ci permette di fare luce sulle vostre vocazioni e ministeri, che non possono essere ridotti solo ai riti o alle attività interne delle vostre comunità. Voi siete chiamati a vivere il dono o l’impegno che ricevete oggi dalla Chiesa di Ravenna’Cervia, per uscire verso il mondo: la pastorale delle famiglie in formazione o già in cammino, la catechesi degli adulti e dei genitori che accompagnano i figli all’iniziazione cristiana, i gruppi della Parola o del Vangelo, la caritas parrocchiale e i centri di ascolto delle povertà, la preghiera, la stessa liturgia’ tutto dovrà essere vissuto in chiave di missione, pensando ai lontani più che ai vicini, o meglio coinvolgendo tutti i vicini nell’apertura verso i lontani. Il mandato che ricevete oggi dà un taglio decisamente missionario al vostro ministero futuro, affinché  siate i primi a far crescere la coscienza e la disponibilità missionaria delle nostre comunità parrocchiali.
 
Ne abbiamo bisogno! Perché chi si avvicina al Vangelo ha bisogno di trovare una comunità calda e attenta, pronta a fare spazio ai nuovi o ai ricomincianti, a dare un buon esempio di unità e di aiuto reciproco; una comunità che deve essere diversa da quella che i lontani immaginano o temono.
 
Ma anche perché è proprio dei ministeri e delle vocazioni consacrate o particolari, non di monopolizzare qualche servizio o farsi delegare per un ambito pastorale (è la logica del clericalismo), ma di suscitare invece in tutto il popolo di Dio quei valori che sono tipici del proprio ministero, perché tutti ne siano coinvolti. Guai a noi se i diaconi monopolizzassero la carità e gli altri si sentissero tranquilli; guai se i lettori e gli accoliti facessero tutto loro, lasciando gli altri fedeli della comunità senza spazi per impegnarsi nella catechesi, nell’annuncio, nella liturgia, nella formazione cristiana, ecc. I ministri devono allargare la propria ministerialità specifica coinvolgendo tutta la comunità, non assorbire in se stessi i servizi. I carismi sono per l’edificazione della comunità, non per la gloria del singolo!
 Così la consacrazione nell’ordine delle Vergini, è un segno che aiuta tutti a ricordare che l’unione con il Signore e con la sua Chiesa, sono il valore ultimo di tutte le vocazioni anche laicali: alla fine solo Dio basta, nessuna delle realtà umane anche le più belle realizzano totalmente l’uomo; solo chi è unito col Signore Gesù ha una vita piena!
 
4) Una preghiera
 
Alla luce dunque di questa festa e alla luce del nostro Progetto pastorale diocesano che si trova in piena sintonia con la grande Esortazione apostolica di Papa Francesco La gioia del vangelo, vogliamo leggere questo arricchimento di vocazioni e ministeri come un dono per la missione qui in terra ravennate e cervese. E vogliamo chiedere al Signore che conceda alla nostra Chiesa molte vocazioni diaconali, perché in parallelo alle vocazioni sacerdotali, diventino strumenti della grazia di Dio per la seconda evangelizzazione dei nostri battezzati post-cristiani e per la crescita nella fede e nella speranza delle giovani generazioni. Ma chiediamo anche vocazioni ai ministeri stabili, istituiti e di fatto, perché senza educatori stabili e ben formati le nostre comunità non possono sostenere i cammini di fede delle varie età della vita e soprattutto i cammini dei ricomincianti che ci auguriamo in crescita.
 
S. Piero Crisologo, Vescovo di Ravenna nel V secolo, scrisse che i Magi ‘con l’incenso riconoscono che Gesù è Dio, con l’oro lo accettano come re, con la mirra esprimono la loro fede in colui che doveva morire.’ Lo Spirito di Dio ci faccia annunciatori e testimoni delle verità essenziali di Gesù, Figlio di Dio, Signore dell’universo, offerto sulla Croce per la nostra salvezza.
 
 
+ Lorenzo, Arcivescovo
 
 
 
 
Mandati per il servizio alla missione
della Chiesa locale e universale
 
Diacono:
Sergio Maggiori della parrocchia di Consandolo 
 
Accoliti:
Renzo Micchi della parrocchia di San Vittore
Gianni Frata della parrocchia Santa Maria delle Croci (Ospedale)
Vittorio Colombarini della parrocchia di Ripapersico
 
Lettore:
Antonio Sellitto della parrocchia di San Vittore
 
Candidatura al Diaconato:
Andrea Fiammenghi (gruppo Shekinah)
 
Presentazione e annuncio della consacrazione nell’Ordo Virginum:
Simona Scala