Omelia del funerale di don Isaia Rossi – 28 dicembre 2021

28-12-2021

Funerale don Isaia Rossi, 28 dicembre 2021 a Videgheto (BO)

Oggi, anche se ricordiamo i Santi Innocenti martiri, dando l’ultimo saluto a don Isaia Rossi, continuano a risuonare nei nostri cuori le parole dell’angelo ai pastori: «Vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore» (Lc 2,10-11). E ci fa bene ascoltare che Dio è in mezzo al nostro popolo: questa certezza è fonte della nostra gioia e della nostra speranza. Anche davanti al mistero della morte violenta, come quella degli Innocenti o alla morte più naturale di don Isaia che ci lascia ormai “sazio di anni” e di tante opere buone, il mistero del Natale resta la sorgente della gioia cristiana. Una gioia da coltivare, indispensabile per annunciare il vangelo in modo credibile.

Gli Innocenti vittime e martiri

Non è mancato il dolore nemmeno nella vita di Gesù, fin dall’inizio, caduto sulla sua persona, sulla sua famiglia, sulla comunità di Betlemme. È forte, nel Vangelo di oggi, il gemito di dolore delle madri che piangono la morte dei loro figli innocenti causato dalla tirannia e dalla sfrenata brama di potere di Erode. Un gemito, quello degli innocenti, che anche oggi vogliamo continuare ad ascoltare, e non possiamo, non vogliamo ignorare né far tacere, specialmente quando si tratta di bambini, di minori.

Oggi anche a noi, sacerdoti, diaconi, genitori, educatori, viene chiesto di essere capaci di ascoltare la voce del Padre e, come seppe fare san Giuseppe, siamo invitati a difendere i piccoli dagli Erode dei nostri giorni, che fagocitano l’innocenza dei nostri bambini, dei nostri ragazzi. Papa Francesco proprio in occasione di questa memoria liturgica nella Lettera ai Vescovi (2016) ci ha esortati a reagire per difendere l’innocenza dei minori “spezzata sotto il peso del lavoro clandestino e schiavo, sotto il peso della prostituzione e dello sfruttamento. Innocenza distrutta dalle guerre e dall’emigrazione forzata con la perdita di tutto ciò che questo comporta. Migliaia di nostri bambini sono caduti nelle mani di banditi, di mafie, di mercanti di morte.” A loro viene impedita l’istruzione, sono oggetto di traffici e sono le prime vittime dell’emigrazione forzata dai paesi più poveri, dove peraltro rischiano la fame.

A volte sono vittime anche del peccato di abuso che è presente nella Chiesa, per il quale chiediamo perdono. E lo chiediamo anche per il peccato di omissione dell’assistenza, della vigilanza e della cura, per l’uso scorretto o immorale del potere che i più adulti o i più autorevoli hanno nella comunità cristiana.

Ascoltiamo anche il loro pianto e nel giorno dei Santi Innocenti rinnoviamo tutto il nostro impegno affinché queste atrocità non accadano più tra di noi e possiamo trovare il coraggio per promuovere tutti i mezzi necessari a proteggere la vita delle persone vulnerabili o più piccole.

Il Natale ci chiama a custodire la vita e aiutarla a nascere e crescere; a garantire ai piccoli e ai ragazzi le condizioni necessarie perché la loro dignità di figli di Dio sia non solo rispettata, ma soprattutto difesa. Non lasciamo che rubino loro la gioia.

 

Don Isaia

Ho conosciuto don Isaia Rossi soprattutto per i dialoghi che periodicamente facevamo o in vescovado o quando andavo a trovarlo a Dogato o in occasione delle celebrazioni nelle sue parrocchie. Mi ha dato l’impressione di essere un sacerdote buono, diligente, fedele ai suoi compiti, ordinato nelle attività pastorali e pratiche, disponibile al dialogo, preoccupato dell’annuncio del vangelo anche ai lontani che non volevano avere rapporti con la Chiesa. Ha resistito finché ha potuto nel servizio pastorale e non ha voluto lasciare la parrocchia e la scuola materna a cui teneva moltissimo, se non quando davvero le forze non lo reggevano più e stava diventando inabile.

Biografia e incarichi pastorali

Nato il 2/1/26 a Videgheto (BO), compì gli studi seminaristici presso lo studentato dei sacerdoti del Sacro Cuore di Bologna, dove emise la professione religiosa.

Ordinato il 25/6/1954 dal Card. Giacomo Lercaro, fu viceparroco di Villamusone (AN) dal 1957 al ‘60.

Missionario in Argentina dal 1960 al ‘66.

Ritornato in Italia, fu parroco a Castiglion dei Pepoli (BO) dal 1966 al ’69 e in seguito coadiutore al santuario di Boccadirio (BO) dal 1969 al ‘72.

Fu nominato vicario cooperatore della parrocchia di S. Severo in Ponte Nuovo a Ravenna dal 1972 al ‘74, dove viene incardinato tra il clero diocesano, il 2/1/1974.

Il 1/1/1975, viene nominato parroco di s. Romualdo dove resta fino all’agosto 1991, per 17 anni, è anche amministratore parrocchiale a S. Alberto dal 12/4/1989 per un breve periodo.

Divenne poi Parroco di Savarna dal 1/10/1991 all’agosto del 1993.

Dal 1/9/1993 divenne parroco di Dogato e dal 1/11/1998 amministratore parrocchiale di S Vito.

Dal 2003 al 2008 fu anche Vicario foraneo del vicariato di Portomaggiore.

Dal 26/9/2007 per due anni è anche amministratore parrocchiale di Maiero, Sandolo e Portoverrara.

Dal 1/7/2016, a 90 anni, si dimette da Parroco di Dogato e S. Vito, per ragioni di salute e di età, dopo 23 anni di servizio pastorale.

È deceduto il 24/12/2021 presso i suoi familiari a Videgheto dove risiedeva dal 2016.

 

+ Mons. Lorenzo Ghizzoni