Omelia del funerale di don Giuseppe Pozza – 31 agosto 2021

31-08-2021

“Il segreto dell’essere sacerdote” – lo aveva detto alla vigilia del suo sessantesimo di ordinazione sacerdotale l’anno scorso – “è stare sempre vicino a Dio, tutto il resto conta pochissimo”.

In giorno di domenica, il 29 agosto (2021), don Giuseppe Pozza è deceduto all’hospice di Dovadola dopo una lunga malattia.

Nato a Castelgomberto (Vicenza) il 10/8/1934 era stato ordinato il 24/7/1960 da monsignor Salvatore Baldassarri, per poi andare, da cappellano, prima a Lavezzola (agosto 1960 – luglio1961), poi a Cologna (FE, luglio 1961 – agosto 1964)), cappellano ad Ambrogio (agosto 1964 – ottobre 1965) e a Castiglione di Ravenna (ottobre 1965 – gennaio 1967). Dopo un breve servizio come economo spirituale di Casemurate (gennaio 1967–gennaio 1969) rimane come parroco. A Casemurate don Giuseppe trascorse quindi 46 anni a servizio della comunità parrocchiale, fino al ritiro, avvenuto nel 2013 nella casa del clero del seminario di Forlì. Era stato parroco anche di S. Pietro in Guardiano (1993–2013). Aveva dato un aiuto alle parrocchie di S. Andrea di Cervia (1978–79) e di S. Pietro in Campiano (1982–92) come economo spirituale.

Per tanti anni aveva insegnato religione in città nei corsi di formazione per le future insegnanti delle scuole materne.

Era dotato di una forte spiritualità che si manifestava soprattutto nelle omelie, dicono suoi antichi parrocchiani, o nelle confessioni, dove dava il meglio di sé: era capace di ascoltare in profondità le persone. Creava una vera empatia. I parrocchiani, coi quali qualche volta aveva litigato, riconoscevano però che aveva speso la vita per loro e gliene erano grati.

Ha sempre vissuto nella canonica in maniera umile e modesta. Schivo e poco incline alla vita pubblica, con un carattere a volte difficile a volte brillante, passava da momenti di riservatezza a momenti in cui rivelava un animo da poeta e raccontatore.

La grande sensibilità, che si vedeva sia in parrocchia che in paese, gli faceva apprezzare le cose piccolissime e semplici, l’essenziale e la verità.

Una sensibilità che emergeva anche nella sua passione per l’arte, in opere sacre lignee e ceramiche apprezzate sia in paese che oltre: da falegname ha restaurato arredi lignei della chiesa, sculture in legno, crocifissi, volti di Gesù e di Maria. Era la sua seconda vocazione, diceva, fare lo scultore.

Le letture scelte per il rito: Romani 8, 31-39; e Matteo 11, 25-30

I funerali si sono tenuti martedì 31 agosto alle 16 a Casemurate e a presiedere il rito è stato l’arcivescovo monsignor Lorenzo Ghizzoni.

+Lorenzo, Arcivescovo