Assemblea Pastorale Diocesana 2018

Venite e Vedrete

Educare i giovani alla fede e accompagnarli nella vocazione

In pieno accordo con Papa Francesco e con la sua proposta di dedicare col Sinodo 2018 una attenzione speciale ai giovani, a come trasmettere loro la fede, a come chiamarli, accompagnarli e aiutarli nel discernimento vocazionale, anche noi come Chiesa di Ravenna–Cervia per i prossimi due anni ci fermeremo in modo speciale su questi temi e obiettivi pastorali.

Per camminare insieme come Chiesa diocesana, con i nostri parroci, i diaconi, i consacrati, gli operatori degli uffici pastorali diocesani, i membri dei consigli pastorali, i catechisti e gli educatori, i ministri istituiti, i membri delle associazioni e dei movimenti, tutti i laici impegnati nel servizio ecclesiale, … dobbiamo tenere il filo, ricordare da dove veniamo, per aiutarci a camminare uniti e verso la medesima meta pastorale.

 

Da dove veniamo, verso dove andiamo

Prima di toccare il tema dei giovani, della fede e delle vocazioni, ricordiamo che fin da cinque anni fa ci eravamo dati tre grandi obiettivi:

Crescere nella vita di comunione;

Promuovere la formazione e l’educazione;

Incoraggiare e praticare la missionarietà.

I tre obiettivi sono concatenati: la comunione tra noi ci permette di essere Chiesa; la formazione umana e spirituale ci fa diventare adulti nella fede e nella carità; la missionarietà ci apre e ci fa uscire verso gli altri.

Papa Francesco ci ha arricchito di contenuti nuovi e di entusiasmo con le Esortazioni Apostoliche Evangelii Gaudium, e Amoris Laetitia chiedendoci di passare da una Chiesa raccolta nel cenacolo impaurita dal mondo pagano e ostile, ad una comunità di discepoli missionari che a partire dal Battesimo sono abilitati dallo spirito Santo a raccontare alle persone la propria esperienza cristiana, la propria fede in Dio Padre e in Gesù Cristo. Poi ci ha chiesto un’attenzione speciale alla famiglia e un impegno a rinnovare la pastorale a partire dagli adulti e dalla loro vocazione e missione di testimoni dell’amore come coppie e come famiglie. Nei due anni scorsi ci siamo fermati su questo obiettivo, sostenuti in particolare da Amoris Laetitia.

Anche nei prossimi due anni, noi come Chiesa di Ravenna Cervia vogliamo continuare a respirare al ritmo della Chiesa universale, che in questi anni dal 2013 ad oggi gode della presenza profetica e propulsiva di Papa Francesco.

Infatti aderiamo al cammino di preparazione al Sinodo dei giovani, utilizzando lo Strumento di lavoro e nell’anno prossimo rimanendo sul medesimo obiettivo (come abbiamo fatto sul tema famiglia) speriamo di poter utilizzare il Documento finale del Sinodo.

La chiamata dei due giovani discepoli

Abbiamo ascoltato la chiamata dei due discepoli all’inizio del Vangelo di Giovanni (1,35-42)

Sono due giovani in ricerca. Sono attratti dal Battista, un profeta che grida nel deserto, che vive asceticamente, che chiede a tutti il rispetto della dimensione etica del proprio stato di vita, che non guarda in faccia a nessuno per richiamare a tutti il primato di Dio e dei suoi comandamenti.

E quando i due suoi discepoli vedono come Giovanni fissa lo sguardo su Gesù e sentono come parla di lui, sono talmente coinvolti da lasciare il primo maestro e cercare il nuovo. La testimonianza di Giovanni è così convinta e sentita che ha un’autorevolezza straordinaria, permette ai giovani di cambiare il loro percorso di vita e di chiedere a Gesù di accoglierli nella sua casa, nella sua vita, nel disegno che Dio ha su di lui come Agnello di Dio, destinato cioè al sacrificio di se per la salvezza di tutti. Non sapevano che era il Messia, la testimonianza di Giovanni li apre al riconoscimento di colui che era l’oggetto del desiderio di salvezza dei fedeli di Israele.

C’era stato dunque un cammino di preparazione nella vita di questi due giovani, una ricerca, un discernimento tra i tanti desideri che animavano il loro cuore. Giovanni era stato per loro una guida spirituale. Quando è venuto il momento aveva saputo staccarli da sé perché camminassero con le proprie gambe alla ricerca di Cristo, indicando però in chi e dove cercarlo.

L’avvicinamento a Gesù aveva comportato per i due una esperienza precisa, “le quattro del pomeriggio”, così forte da non poter essere più dimenticata: è stata la scoperta della propria vocazione singolare e unica. Lo stesso Gesù aveva chiesto loro di approfondire il discernimento dei desideri: infatti anche seguendo apparentemente Lui, si possono perseguire, anche inconsapevolmente, altri obiettivi, o bisogni egocentrici, emozioni gratificanti ma superficiali…

La domanda, la preghiera, dei due di poter entrare nella sua vita, affinché lui entrasse nella loro, è la preghiera giusta: Gesù acconsente a far scoprire la vera direzione della loro esistenza anche per il futuro. Venite dietro a me, seguitemi, imitatemi, lasciatevi accompagnare per tutto il tempo necessario a prendere la decisione definitiva. Mi conoscerete sempre di più e mi amerete sempre di più, così scoprirete sempre di più chi siete davvero e a cosa siete stati destinati dal Padre, a quale compito vi chiama e quale dono ha in serbo per voi.

Inizia così lo stare con Gesù, che continuerà per tutta la loro vita fino alla fine, alla estrema testimonianza. Andarono, videro e rimasero con Lui per sempre. Trasformati da quell’incontro prima in discepoli poi in apostoli cioè missionari.

Giovanni pone questo racconto all’inizio del suo Vangelo, non per farsi riconoscere e “firmarlo”, ma per dire ai suoi lettori di ogni tempo che questa è la via per fare crescere i giovani nella fede e nella scoperta della loro vocazione a seguire Cristo in uno degli stati di vita o dei servizi ecclesiali. Ci vuole una testimonianza qualificata, di uno, di alcuni, di una comunità, di una famiglia, di un gruppo, … “per educare un figlio ci vuole un villaggio” (vedi Omelia di S. Apollinare).

E se questa è la partenza, ci vuole una meta per muoversi senza perdere la strada e non sprecare tempo e talenti: la meta dell’accompagnamento è un incontro con Gesù, una fede che cresce e diventa personale, che modella la personalità, la orienta su una vocazione dentro la grande missione della Chiesa di portare Cristo a tutti.

Gli accompagnatori avranno il loro da fare per aiutare i giovani a ricordare ciò che hanno già ricevuto, per crescere nella gratitudine; a discernere e aprirsi ai doni e ai segni che sono intorno a loro oggi; e a sognare un futuro pieno di giustizia, di pace, di verità, di bellezza e di amore. Ci vuole una famiglia, un maestro spirituale, degli educatori, una comunità cristiana, alleati tra loro, che abbiano la stessa meta, per sostenere un cammino vocazionale senza disorientamenti o errori.

I giovani e il bisogno di una nuova iniziazione alla fede

Le domande che ci poniamo e che mettiamo all’ordine del giorno oggi e per tutto l’anno sono: i nostri giovani di oggi, che in maggioranza non continuano il cammino parrocchiale dopo il catechismo per l’iniziazione cristiana, che vivono esperienze e linguaggi nuovi lontani dalla nostra tradizione, che hanno difficoltà nel lavoro e nell’inserimento sociale, che vivono nel libertarismo affettivo e sessuale, spesso troppo immersi nel mondo digitale, che crescono in una società laicizzata e secolarizzata anche se con diverse ricerche di spiritualità, …come facciamo ad ascoltarli, ad attirarli, ad accoglierli con calore, a trasmettere i valori essenziali?

 

Ogni età della vita ha bisogno almeno in parte di una nuova iniziazione cristiana, perché quella dell’infanzia non è sufficiente per l’adolescenza e questa non è sufficiente per la giovinezza adulta, poi la vita di coppia e di famiglia ha bisogno di una specifica iniziazione e così via. I passi compiuti nel passato non vanno perduti, ma devono essere decisamente superati e arricchiti da nuove visioni, nuovi messaggi di valore, nuove provocazioni a cambiare vita, sempre secondo il Vangelo e tenendo davanti la persona di Gesù Cristo. Come faremo a trasmettere agli adolescenti e ai giovani una fede viva e più ragionata, più motivata, più capace di confronto con i mondi dell’affettività e dei rapporti interpersonali con poche regole, della scienza sempre più laica, della cultura ormai globalizzata, della società adulta arroccata a difesa dei suoi privilegi e delle sue posizioni?

 

Noi abbiamo una certezza: per l’opera dello Spirito e per la potenza della Parola di Dio non c’è situazione culturale o posizione personale che sia impenetrabile alla Grazia che salva.

Ma come aprire i cuori degli adolescenti e dei giovani all’ascolto e all’accoglienza della esperienza cristiana, per suscitare anche in loro la gioia del vangelo, e portarli a diventare discepoli missionari, scoprendo la propria vocazione battesimale e anche una delle vocazioni particolari alla famiglia, al ministero ordinato, alla vita consacrata e missionaria, all’impegno laicale in qualche ministero o servizio ecclesiale?

 

Dove stiamo andando?

Come Chiesa diocesana abbiamo cercato di rinnovare i percorsi di formazione di tutti i nostri operatori pastorali, con alcune difficoltà e resistenze, ma anche con tante adesioni belle e convinte, nel campo della catechesi che cerca di mettere sempre più al centro i genitori non i bambini; nel campo della comunicazione con nuovi mezzi in parte rinnovati in parte ancora in uscita; nel campo caritativo per mettere prima l’accoglienza delle persone della distribuzione di viveri e vestiti; nel campo della pastorale familiare dove stiamo allargando anche se con fatica la presenza di collaboratori e di gruppi sposi; nel campo della pastorale giovanile, dove abbiamo puntato su una prima formazione più metodologica e ora vorremmo invece passare ad una formazione di tutti gli animatori e gli educatori, più attenta ai contenuti teologici, spirituali, e a far fare vere esperienze di vita cristiana.

 

Durante il lavoro di accompagnamento e di formazione dei nostri Uffici pastorali, che devono diventare il motore propulsore delle varie aree pastorali, abbiamo individuato delle scelte che ci facciano crescere verso una missionarietà più forte e aperta a tutti. Gli uffici hanno deciso di unificarsi in tre aree:

l’Area “Evangelizzazione ed Educazione” (Catechesi e Apostolato Biblico, Pastorale Giovanile e Vocazionale, Pastorale della Famiglia, Liturgia, Scuola);

l’Area “Carità e Impegno Sociale” (Caritas, Pastorale Sociale e del Lavoro, Missioni, Migrantes, Pastorale della Salute);

l’Area “Comunicazione e Cultura” (Comunicazioni Sociali, Cultura, Ecumenismo e Dialogo Interreligioso, Pellegrinaggi e la Scuola di Formazione Teologica).

Sono state identificate anche tre coordinatrici, Elisabetta, Anna e Serena, che lavoreranno anche insieme per far crescere il coordinamento sia nella loro area che tra le tre aree pastorali.

Potremo e dovremo fare meno iniziative separate e più iniziative o percorsi unitari. Già quest’anno con la redazione dell’Agenda diocesana e con alcuni eventi come la domenica biblica ci muoviamo in questa direzione.

All’ingresso avete visto anche una disposizione dei materiali e delle persone che obbediva a questa scelta.

Ma non solo, abbiamo anche cercato di individuare qualche criterio, qualche atteggiamento da realizzare in tutte le nostre iniziative per darci un volto unitario, avere lo stesso stile di azione: Comunione, Gradualità, Bellezza, Prossimità. Sono tratti di uno stile di azione che non escludono o limitano scelte concrete, solo vogliono caratterizzare una modalità di esecuzione degli eventi e dei percorsi.

Domande per i lavori dei gruppi

 

 

  1. Quali modalità della trasmissione della fede oggi puoi identificare?

Quali ti sembrano le più efficaci (evangelicamente)?

Quali percorsi vedi realizzabili nelle nostre parrocchie?

 

  1. Perché è così sottovalutata la coscienza che ogni vita è vocazione?

Ci sono vocazioni speciali, con più dignità, e vocazioni secondarie nella Chiesa?

 

  1. Si possono identificare alcuni tipi di accompagnamento dei giovani?

Quali sono più efficaci per discernere e far crescere una delle vocazioni?

Ci sono di fatto accompagnamenti diversi per le vocazioni al matrimonio e alla consacrazione: è bene che siano separati o dovrebbero collaborare? Perché?

 

 

Pro memoria

– Continuiamo anche quest’anno a proporre a tutte le nostre comunità un sussidio biblico “Narrando ciò che era accaduto lungo la via” sul Vangelo di Luca, che alimenti e la preghiera e l’azione pastorale della nostra diocesi.

– La nostra agenda pastorale contiene molte delle iniziative e dei percorsi di quest’anno.

– La Scuola di Formazione Teologica per Laici riprende con la nuova responsabile Simona Scala, aiutata da Serena e dall’equipe.

– Ci sarà la domenica diocesana della Sacra Scrittura il 21 ottobre, nelle parrocchie e in diocesi (vedi manifestino). Sarà consegnato in quella occasione il sussidio biblico prenotato a tutti gli operatori che lavorano con gruppi, soprattutto con adulti: ai parroci è stato consegnato.

– Continueranno diversi percorsi di formazione come vedete dal depliant in cartella.

– Il Risveglio 2000 continuerà il rinnovamento già iniziato per diventare lo strumento di comunicazione ecclesiale più sicuro insieme con il nuovo sito proprio e quello diocesano.

29-09-2018