Prima i bambini. Gratuità e parità per l’infanzia

FISM chiede a Governo, Parlamento, Regioni, Enti locali un piano di investimenti strutturale e adeguato nella dotazione che, anche nelle applicazioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e di ogni altra dotazione ritenuta necessaria, sostenga il segmento Zero – Sei, in particolare per le scuole dell’infanzia no profit, in ragione del servizio pubblico reso da decenni con standard di alta qualità, a fronte di una disparità nel sostegno economico statale che genera penalizzazioni non più accettabili per le famiglie e il personale.
Va pertanto completata, la Legge 62/2000, per cui l’Italia è fanalino di coda a livello europeo, essendo le scuole dell’infanzia statali e paritarie parte dell’unico Sistema nazionale di istruzione.
Le “pari opportunità di educazione e di istruzione, di cura, di relazione e di gioco” (Legge 107/2015) esigono la piena utilizzazione di tutte le realtà educative statali, comunali, paritarie e accreditate e una parità di trattamento effettiva, anche sul piano economico. Pertanto il DL 65/2017 va rivisto essendosi rivelato del tutto inadeguato

In concreto non è più rinviabile il traguardo di parità di costi a carico delle famiglie, per la frequenza dei figli alla scuola dell’infanzia e ai servizi educativi. Si tratta di una misura necessaria come argine al decremento demografico, come sostegno alla genitorialità e alla parità di genere, nel quadro più ampio di un intervento per tutta la scuola italiana.
Una scelta a favore delle nuove generazioni, destinate a sostenere il peso della restituzione del debito nei confronti dell’UE.
Una grande manovra di investimento educativo, al fine di porre le condizioni per dare un futuro alle nuove generazioni e conseguire riflessi positivi nella qualità dell’offerta educativa, dell’occupazione, dell’armonizzazione tra tempi di lavoro – in particolare femminile – e familiari.

Per aderire alla petizione:

Per firmare la petizione: www.change.org/FISMPRIMAIBAMBINI