Per un Natale che apra alla vita

Per un Natale che apra alla vita 
Dal “RisVeglio Duemila” N. 47/2017   

“Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio” (Isaia 9, 5)Il 25 dicembre festeggiamo il “dies natalis” di Gesù. Ammirando la natività con gli angeli e i pastori che popolano i nostri presepi cantiamo il nostro Gloria in excelsis Deo! Quest’anno però, contro la festa artificiale dei consumi e delle spese straordinarie, vorrei ricordare che essa ha al centro la nascita di un bambino! Proprio mentre in Italia e in tutta Europa, si lascia emergere nella coscienza pubblica e privata l’ansia per il calo demografico che sta mettendo in pericolo il nostro futuro economico, sociale e politico.Sembra ovvio, ma il Dio cristiano ha fatto questo: ha voluto assumere la natura umana fin dal grembo materno, ha voluto nascere da una donna, essere allevato, educato in una cultura e in una terra particolare. Ha corso tutti i rischi e ha avuto le cure dei bambini di quel tempo in una famiglia normale, non certo la più ricca o la più protetta. Così il Dio di Gesù, diversamente da tutte le immagini di Dio che sono proposte dalle altre tradizioni religiose che non riconoscono l’Incarnazione, ha dato una dignità speciale al concepimento, alla gestazione, al parto, alle cure materne… alla fase in cui la persona umana entra nel mondo con tutti i suoi bisogni e la sua necessaria dipendenza dagli adulti, dal babbo e dalla mamma (chissà se c’erano anche i nonni a Nazaret).Non è stata un’apparizione o una specie di travestimento come nelle mitologie pagane, ma una assunzione piena della carne umana, con tutte le sue esigenze e fragilità, tranne il male morale. E ha voluto essere persona umana, ha vissuto da bambino in un’epoca nella quale i bambini erano sottovalutati, come le donne, i disabili e i senza diritti. Non ha rischiato di essere esposto o eliminato alla nascita, come poteva succedere allora, anzi è stato custodito e amato in modo speciale, visto che la sua famiglia era quella di Maria e di Giuseppe, ma non ha vissuto mai da privilegiato. Da grande ha difeso i bambini e i piccoli, li ha messi al centro della comunità, li ha indicati come i primi nel Regno dei cieli, guai a chi li scandalizza (Mt 18). Oggi i bambini nelle nostre famiglie sono amati e super protetti, giustamente, anche perché la loro nascita è sempre più un evento eccezionale. Troppe paure sono ancora concentrate sulla nascita di uno o più figli, troppe attese negative, troppo poca speranza nella Provvidenza e nell’aiuto degli altri e della comunità civile, anche se effettivamente molte cose potrebbero essere fatte per aiutare le famiglie che li desiderano. Diversamente dalle zone povere della terra, i bambini nella nostra società corrono il rischio di non essere visti come una ricchezza, un dono che moltiplica il bene dei genitori e della famiglia allargata, una speranza di futuro per tutta la società, un trionfo della vita sulla morte, la forma più alta di collaborazione creatrice all’opera di Dio, data all’uomo e alla donna. Questo Natale apra altri cuori e altre case ai bambini cui Dio desidera dare la vita!