Messaggio del Vescovo agli Insegnanti di Religione

Ravenna, 13 Marzo 2020

Carissimi Insegnanti di Religione,

in questo momento così difficile a causa della pandemia da Coronavirus, vorrei esservi vicino con un saluto, una riflessione e un incoraggiamento.

Come già successo tante volte in passato, anche in questa grave crisi viene accesa la domanda di senso che è latente nella vita di tutti. In questo periodo anche i ragazzi e i giovani, avendo più tempo e ascoltando tante notizie a casa da scuola, si interrogano: che peso avrà nel futuro l’esperienza di questo virus? Perché è successo? Perché Dio non ferma le malattie inguaribili? Vale la pena andare avanti, lottare, sognare, se la vita umana è così fragile? Se la scienza (medica) e la tecnica falliscono e non ci salvano, chi ci darà sicurezza di fronte ai pericoli? La morte è dietro l’angolo anche per i più forti, e anche per me? Forse i ragazzi si divideranno tra chi queste domande cerca di accantonarle e chi le prende sul serio. Al ritorno a scuola – o forse il prossimo anno – ve le porranno di nuovo. Sarà una bella occasione per voi.

Mi pare che nel mondo della Scuola sia in atto una specie di rivoluzione culturale. Si è tutti a casa e ci si sta attivando in mille modi per far fronte all’impossibilità di fare lezione in presenza. La confusione e la paura non sono state di ostacolo, anzi hanno attivato la creatività e la fantasia di ciascuno.

Un primo risultato chiaro e positivo è stato lo scoprire insegnanti, anche tra quelli di religione, desiderosi di non tirarsi indietro di fronte alla prova e capaci di far nascere una grande solidarietà reciproca. La distanza fisica è stata vinta dall’uso delle videoconferenze e delle video-telefonate e questa modalità, che ha i suoi limiti, ha però visto anche l’avvicinarsi di molte persone che prima faticavano a comunicare direttamente e a conoscersi, anche tra insegnanti e alunni.

Quale può essere dunque il compito dell’Insegnamento della Religione Cattolica in questa particolare circostanza? Penso che oggi si presenti l’opportunità per voi, come insegnanti, di aprire nuovi spazi di dialogo e di proporre ai ragazzi molte domande aperte.Se è vero che l’educazione non si limita all’istruzione, ma accompagna la totalità della persona, in queste giornate strane potete cercare di raggiungerli per farvi sentire vicini, interessati alla loro vita quotidiana, per aiutarli a trovare qualche prospettiva nuova e invitarli a vivere il tempo “regalato” dal virus per crescere culturalmente, affettivamente, ma anche spiritualmente.

Dopo il primo momento di allegria per la chiusura della scuola, nella loro quotidianità ha fatto irruzione la solitudine e la noia. I ragazzi hanno bisogno di proposte e di adulti che li capiscano. Sappiamo che a loro non basta rifugiarsi in casa, fare i compiti, sentire gli amici, perdersi nel mare senza limiti della rete. Cercano chi con empatia si interessi alla loro vita e li aiuti a non perdere la speranza nel futuro, a coltivare un sogno, a pensare a un progetto per la propria vita, ad aprirsi a un ideale, a interrogarsi sulla fede e sulla proposta di vita nuova che viene da Gesù… Non potreste essere anche voi questi adulti loro “compagni di viaggio”?

Quando si tornerà nelle aule, il modo diverso di comunicare, imparare, fare comunità educativa sperimentato in queste settimane lascerà nei vostri alunni un segno ben oltre l’uso della rete, che li vede già abilissimi. L’essere stati loro vicini arricchirà i vostri rapporti umani e forse permetterà di trasmettere la visione del cristianesimo sulle domande di fondo con più credibilità ed efficacia.

Cari Insegnanti, vi ringrazio perché anche in questi giorni sapete portare nella Scuola il vostro prezioso contributo; ammiro la vostra costanza e la vostra fatica e vi accompagno con la mia preghiera in questo tempo di prova, perché sia trasformato in un’occasione di crescita in umanità e di rinnovamento della speranza cristiana.

+ Il vostro Vescovo Lorenzo