Le Clarisse Cappuccine

Le Clarisse Cappuccine

Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 4/2011
‘Ognuno di noi ‘ fin da piccolo ‘ è come una pianticella: ha bisogno di ‘paletti’, cioè dei valori di riferimento, per crescere ben dritto, sano e per saper resistere alle tentazioni, a ciò che allontana dal progetto di Dio’. La saggezza di suor Maria Pia ‘ Abbadessa del Monastero di Sant’Apollinare in Veclo (via P. Alighieri, 4 Ravenna, tel. 054437457) ‘ è lo specchio di una vita trascorsa in preghiera, contemplazione e meditazione. E’ entrata qui nel 1956, ed era la diciannovesima suora; adesso le Clarisse Cappuccine sono rimaste in quattro e, insieme a lei ci sono suor Agnese, suor Maria Grazia e suor Felice.
La fondatrice a Ravenna della comunità delle Clarisse Cappuccine fu suor Chiara Pascoli e, con lei, le prime consorelle emisero i voti solenni il 21 novembre 1683; la sede del monastero era, inizialmente, nelle vicinanze di Santa Maria in Porto. Dopo il ritorno a Ravenna ‘ trascorso il periodo di soppressione napoleonica ‘ fu Suor Teresa Miani ad aprire il monastero nell’attuale sede, ottenendo anche ampi spazi esterni; l’attuale sede fu inaugurata nell’aprile 1823. Il Monastero ha subìto pesanti bombardamenti durante l’ultimo conflitto mondiale, nel corso dei quali morirono due religiose.
Suor Maria Pia ci racconta lo stile ed i ritmi di vita della piccola comunità religiosa.
‘A differenza delle suore Clarisse, la nostra Regola ci vieta di avere possedimenti. Questo fatto non ci impedisce di vivere in modo adeguato: riceviamo tante offerte, aiuti dalle persone e non solo dai ravennati. Le nostre giornate sono ritmate dalla preghiera: iniziamo con l’Ufficio e la Lettura delle Lodi alle 5.30, seguite da un’ora di meditazione personale; alle 7.30 c’è la S. Messa, celebrata solitamente da p. Paolo Carlin; poi c’è l’Ora Terza. Alle 11 celebriamo l’Ora Sesta, seguita dal pranzo; ci ritiriamo in cella e, alle 15.30, recitiamo Ora Nona e ci dedichiamo a letture spirituali. Dopo i Vespri, c’è un’altra ora di meditazione e poi la cena, al termine della quale ‘ prima del riposo ‘ recitiamo Compieta. Il resto della giornata trascorre fra le piccole faccende domestiche, che comprendono anche la pulizia della chiesa e i frequenti colloqui ‘ spesso anche telefonici ‘ con le persone che si rivolgono a noi: chiedono consigli e preghiere in seguito a problemi familiari, a malattie, alla perdita del lavoro e noi, ogni giorno, intercediamo continuamente presso Dio per loro, con la nostra preghiera’.
Può apparire, questa, una vita noiosa e ripetitiva, ma ‘non lo è affatto ‘ dice la religiosa à perché è piena di Dio e, quindi, è piena di gioia: ogni mattina, io mi ripeto ‘Signore, ti ringrazio di avermi creato, fatta cristiana e chiamata all’Ordine religioso”’.
Anche per le religiose vi è necessità di conforto spirituale perché, come dice Suor Maria Pia, ‘la tentazione di trasgredire c’è ovunque, pure in convento’ e la presenza di un confessore, p. Antonio Mocerino, due volte al mese, è per le Clarisse un prezioso sostegno.
Il prossimo 27 marzo, le consorelle accoglieranno suor Stefania Monti, presidente della Federazione dei 30 monasteri di Clarisse Cappuccine presenti in Italia, che resterà in convento per una settimana, insieme a quattro consigliere della Federazione. Saranno giorni speciali per questa piccola ma vitale comunità, che tratteggia, vivendo ogni giorno i voti di povertà, castità, obbedienza, quale sia il messaggio che Santa Chiara e San Francesco d’Assisi trasmettono al caotico mondo di oggi: ‘I due santi ‘ dice suor Maria Pia ‘ insegnano la fraternità e il distacco dalle cose materiali. Occorre che le persone pensino meno ai propri bisogni, al proprio corpo, e si occupino più dello spirito, della loro interiorità, aprendo il loro cuore a Dio’.
A cura di Fabrizio Casanova
 
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