La Giornata del Malato 2011

La Giornata del Malato 2011

Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 7/2011
 
 
Ha attraversato oltre duemila anni di storia, il corpo trasfigurato di Cristo e si è presentato ‘ concretamente ‘ a tutti coloro che venerdì 11 febbraio erano presenti in Cattedrale, a Ravenna, per la celebrazione della Giornata Mondiale del Malato. Sì, perché, come ben ha detto Mons. Giuseppe Verucchi durante l’omelia ‘ rivolgendosi a una platea composta da malati, disabili in carrozzella, personale sanitario e tanti volontari (di realtà diverse ‘ citiamo l’Unitalsi, il Centro Volontari della Sofferenza, l’Ordine di Malta ‘ ma tutti accomunati da un grande amore e una grande dedizione verso i sofferenti) ‘è quell’immagine che ci fa capire il valore della sofferenza e comprendere la misericordia di Dio’. E il corpo di Cristo sofferente, ma gioioso perché consapevole di adempiere al progetto di Dio, era riflesso ‘ in modo particolare ‘ in ogni malato.
Bastava guardarli in viso, i malati presenti, per ricevere una non comune consolazione spirituale: la loro dignità, i sorrisi e l’intensa partecipazione alla Santa Messa erano il segno di tanti cuori abitati dallo Spirito Santo. Quello Spirito, ha detto l’Arcivescovo, che ha dato la forza a Cristo di compiere il sacrificio estremo a beneficio di tutta l’umanità e che, oggi, sostiene coloro che sono nella prova. Tocca perciò a ognuno di noi, quando un male fisico o morale, o un lutto ci colpiscono, fare come fece Gesù nell’orto degli ulivi, quando accettò la volontà del Padre e a Lui si affidò. Tuttavia, oggi, per i cattolici c’è un impegno in più da compiere sul fronte della sofferenza: la società tende ad allontanarla, perché apre le porte a quelle pratiche ‘mediche’ capaci di sopprimere le vite che sono considerate inutili o addirittura dannose (un bimbo malformato o non voluto, un malato terminale’). Ecco quindi l’aborto e l’eutanasia che mietono milioni di vittime innocenti: forte si deve levare, ha ribadito il Vescovo, la pubblica denuncia dei cattolici contro queste pratiche che disumanizzano la società. Occorre invece divulgare sempre più una mentalità a tutela della vita, dal suo concepimento al suo naturale spegnersi. E occorrono nuovi e tanti volontari ‘ ha detto Mons. Verucchi ‘ che si impegnino nell’assistenza materiale e morale dei malati e dei disabili; a Ravenna vi sono diverse associazioni, in merito, cui fare riferimento.
Altro momento centrale della celebrazione è stato l’amministrazione dell’Unzione degli Infermi, un sacramento che serve, ha detto l’Arcivescovo, per vivere meglio una situazione di sofferenza che può durare anche molto tempo. Al momento dell’offertorio, i malati hanno donato all’Arcivescovo anche il crocifisso ligneo della Cattedrale, sul quale erano state affisse immagini-simbolo delle sofferenze contemporanee dell’uomo: la violazione dei diritti, le guerre, il terrorismo, la fame, lo sfruttamento’ Prima di concludere, l’Arcivescovo ha annunciato il Pellegrinaggio diocesano a Loreto, che si terrà dal 3 al 6 ottobre prossimi, invitando tutti a partecipare. Sarà quella, una occasione per mettere nelle mani della Beata Vergine di Loreto le nostre preoccupazioni, i dolori, le sofferenze quotidiane e per fare un momento di preghiera e adorazione, nella splendida basilica lauretana, magari davanti a un crocifisso: lì, inginocchiati davanti al Figlio di Dio, nel silenzio del nostro cuore potremo scoprire che ‘dalle sue piaghe siamo stati guariti’.
Fabrizio Casanova
 
 
 
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