Il sacerdote della nuova Evangelizzazione

Mons. Rino Fisichella a Ravenna – Il sacerdote della nuova Evangelizzazione

Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 4/2011
 
 
‘Questa audacia di Dio, che da esseri umani affida se stesso; che, pur conoscendo le nostre debolezze, ritiene degli uomini capaci di agire e di essere presenti in vece sua, questa audacia di Dio è la cosa veramente grande che si nasconde nella parola ‘sacerdozio’. Che Dio ci ritenga capaci di questo! Che Egli in tal modo chiami uomini al suo servizio e così dal di dentro si leghi ad essi’.
Con queste parole, pronunciate da Sua Santità Benedetto XVI nell’omelia dell’11 giugno 2010 a conclusione dell’Anno Sacerdotale, ha iniziato il suo intervento S. Ecc. Mons. Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione, nell’ambito del corso di aggiornamento per il clero, svoltosi il 18-19 gennaio scorsi presso la sala Gialla del Palazzo Arcivescovile di Ravenna. Mons. Fisichella ha sottolineato che questa audacia di Dio, di cui il sacerdote è segno, che ritiene un uomo, con tutta la sua fragilità, capace di essere icona della sua stessa presenza nella nostra storia, si coniuga con la fiducia che egli ripone nel sacerdote stesso capace, pur con tutte le sue contraddizioni, di trasformare la vita delle persone e con essa il mondo.
Secondo Mons. Fisichella la vita del sacerdote coniuga la libertà della scelta personale con la verità di corrispondere al piano di salvezza che Dio ha voluto per ognuno, costituendo così il presupposto e la sfida per la composizione di una ‘nuova antropologia’ che non riduca tutto all’individualismo e al soggettivismo. Ne consegue che ‘il sacerdote è nella condizione di far compagnia agli uomini del nostro tempo, per dare loro la certezza della presenza e della vicinanza di Dio’. Per il relatore, il modello di riferimento che il sacerdote deve seguire è quello di Cristo Sommo Sacerdote della Lettera agli Ebrei, totalmente ‘gradito a Dio’ e in tutto ‘solidale con gli uomini’. Ogni sacerdote è chiamato, come Cristo, a essere teso tra la sua appartenenza a Dio e la sua solidarietà verso gli uomini; i due aspetti si devono coniugare senza possibilità alcuna di separazione. Infatti, se la vita del sacerdote fosse solo in riferimento a Dio non potrebbe comunicare con gli uomini e, viceversa, se lo sguardo fosse solo incentrato verso la solidarietà con gli uomini, non sarebbe in grado di comunicare loro Dio. Mons. Fisichella ha messo in evidenza che in un periodo storico carico di confusione e delusione, come quello che stiamo vivendo, è facile che si apra nelle persone la strada per la ricerca della spiritualità di Dio. Ne deriva che il sacerdote deve essere in grado di recepire queste istanze e avere fiducia di poter orientare gli eventi con la sua azione pastorale. Questo sarà tanto più efficace quanto più il sacerdote sarà fedele al suo ministero. Il tema della ‘nuova evangelizzazione’, che si sta facendo sempre più strada e che non è per nulla una novità nella vita della Chiesa, dal momento che in ogni epoca di crisi essa ha sempre saputo riproporre un annuncio rinnovato del Vangelo, richiede al sacerdote, secondo Mons. Fisichella, la frequentazione con la Parola di Dio, che deve tradursi in una coerente testimonianza di vita, e l’amore per la verità che è Gesù Cristo. Verità che è in relazione con l’amore, è interna all’amore e si esprime come amore. Infatti, niente come l’amore ha bisogno di essere ricondotto alla sua verità profonda e, reciprocamente, niente come la verità richiede che trovi forma nell’amore. Mons. Fisichella ha posto il problema del linguaggio da usare per comunicare la fede. Infatti, in una società che sta vivendo un profondo cambiamento culturale, che costituisce una vera e propria svolta epocale, c’è il rischio che questo non sia compreso e accolto come in passato. I concetti paradigmatici in cui la nostra civiltà è stata costruita, quali quelli di ‘natura’, ‘uomo’, ‘diritto’, ‘giustizia’, ‘verità’, ‘bellezza’, ‘bontà’, ‘legge” e perfino il concetto di ‘dio’ si stanno modificando, determinando così il rischio che chi ascolta recepisca cose differenti da quelle che si intendevano affermare. Al termine del suo intervento Mons. Fisichella ha evidenziato anche la necessità di non sottovalutare la sfida per il futuro sul ‘senso e il valore della vita umana’. Intorno a questo tema, infatti, si gioca il futuro della società, in particolare delle giovani generazioni. E’allora importante che oggi la vita umana sia ‘promossa’ e venga ‘difesa’. Davanti a ciò non esiste nessuna forma di ingerenza che possa essere contestata alla Chiesa.
Luciano Di Buò, diacono
 
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