Domenica 7 aprile la Giornata della Testimonianza della Carità

Quest’anno la Giornata della testimonianza della carità, che in diocesi si celebra domenica 7 aprile, l’hanno organizzata in molti. La Caritas, in primo luogo, con i volontari delle Caritas parrocchiali, ma insieme a loro anche i catechisti di alcune parrocchie con i bambini, un gruppo scout, diverse persone accolte dai centro d’ascolto, gli ospiti del dormitorio “Buon Samaritano”, alcune ospiti di Santa Teresa e anche persone detenute del gruppo d’animazione liturgica guidato da Flavia del “settore carcere” della Caritas. Come è possibile? Già dalla preparazione, la Giornata (nata 3 anni fa in diocesi non per raccogliere fondi ma per far crescere la cultura della carità sul territorio) ha puntato sull’effetto “contagio”. Domenica nelle parrocchie verrà distribuito un cartoncino con l’immagine del Buon Pastore di Galla Placidia che ha ‘incastonata’ una tessera di mosaico scartata dal mosaicista (per la sua imperfezione): l’idea parte proprio dal fatto che tutti noi siamo come pietre, pronti a colpire e a colpevolizzare gli altri, ma seguendo il Suo insegnamento, facendoci accarezzare dalla misericordia di Dio e testimoniandola verso il prossimo, possiamo diventare “pietre vive” per costruire relazioni, la Chiesa e la società. Costruire con e per gli altri qualcosa che crea comunione fa bene e fa star bene ecco perché la Caritas ha cercato di coinvolgere più persone per vivere e far vivere momenti di incontro, attraverso semplici “laboratori” finalizzati alla creazione di questi cartoncini da distribuire alle comunità parrocchiali.

Chi li riceverà, domenica nelle parrocchie, potrà pensare anche a chi li ha fatti (magari ad andarli a trovare?) e ragionare sulle strade concrete attraverso le quali, come Chiesa e come singoli possiamo diventare pietre vive avvicinandoci al prossimo, andando a cercare la “pecora smarrita” che incontriamo quotidianamente e che ci propone la parabola del Vangelo di Luca (15, 1-7) che ha fatto da sfondo al percorso di approfondimento realizzato a livello vicariale con le Caritas parrocchiali (sullo stesso tema è stata distribuita una scheda per la catechesi con i bambini) e che invita a RALLEGRARSI quando qualcuno che si è perso, viene ritrovato e accolto dalla comunità.

L’intento di questa Giornata, spiega Silvia Masotti è “Sensibilizzare alla bellezza di essere testimoni di carità che non si esaurisce nel ‘fare’ la carità ma si completa nell’ ‘essere’ carità. Quel che diceva anche don Oreste Benzi: ‘Se hai davanti qualcuno che ha fame, non basta un piatto per sfamarlo, serve anche un fiore per la sua anima’”. La carità, quindi, come stile di vita; come tratto distintivo del cristiano: un cantiere aperto per le nostre comunità, nel quale tutti, possiamo diventare pietre vive per costruire.  Sono più di 8mila i cartoncini preparati per domenica prossima, ma non potranno raggiungere tutte le parrocchie: di qui il “contagio” che si spera possa partire dai singoli fedeli. “Non siamo pietre per colpire, ma pietre vive per costruire” è il messaggio che essi contengono e che può portare chi li riceve a farsi delle domande, spiega Silvia: “Quante occasioni abbiamo per costruire?”, “Quante pietre abbiamo dentro che ci appesantiscono nel costruire?”, “Come fare festa per chi si ritrova?”. Ogni parrocchia potrà interpretare come vuole questo “mandato”: “Una parrocchia ad esempio, a partire dall’invito a ‘rallegrarsi’ sta organizzando una festa per tutta la comunità, non solo per chi frequenta, ma con lo spirito di stare insieme, racconta Silvia. Spazio alla fantasia anche per non disperdere quel capitale cresciuto attraverso i laboratori con le persone: “La Caritas vuole essere luogo d’incontro, sempre più protesa alla relazione con l’altro più che alla semplice distribuzione di generi– racconta – e stiamo cercando modalità concrete per continuare su questa strada”. E allora quali sono gli obiettivi della Giornata della testimonianza della Caritas? “Non importa quanti cartellini verranno distribuiti – conclude Silvia–: ma potremmo rallegrarci se anche solo una persona potesse riflettere sulla bellezza di essere pietra viva per gli altri trasmettendo al prossimo l’amore che passa dalla mano di Gesù, Buon Pastore che tutti accarezza”.

Dal Risveglio Duemila n.13/2019