“Cyberbullismo quasi in ogni scuola”

“Cyberbullismo quasi in ogni scuola” 
Dal “RisVeglio Duemila” N. 20/2017  
 “Ormai tutte le scuole di Ravenna hanno problemi di questo tipo, non ci sono istituti esenti”. Se parliamo di cyberbullismo nelle sue tante sfaccettature (sexting, denigrazione, bullismo in senso stretto), il quadro è allarmante sul territorio, secondo Consuelo Zenzani, psicoterapeuta e psicologa che si occupa del fenomeno da anni. Assieme a Stefano Mazzoni, ingegnere informatico di Lugo porta in giro per la Romagna un format di incontri per genitori, “C’è dialogo e di@logo…” che ha proposto anche lunedì 15 maggio al Pala Leo, su invito dell’Agesc e della parrocchia di San Paolo. Proprio per questo viene chiamata dalle scuole come consulente e, sempre assieme a Mazzoni, sta scrivendo il primo “manuale pratico” per i genitori sul tema. “Il segreto – spiega la psicologa –, prima di tutto è essere informati. I genitori di oggi non possono permettersi di essere degli ‘antenati digitali’, come li definiamo nei nostri corsi, cioè non avere nessuna nozione di come si usano i social. Servono strumenti adeguati, ma soprattutto serve uno stile di comunicazione con i propri figli che permetta loro, quando c’è un problema serio, di vedervi come loro alleati”. La strategia quindi non è vietare, ma prima di tutto, capire. La prima legge sul fenomeno approvata la scorsa settimana in via definitiva va proprio in questa direzione e fornisce ottimi strumenti per combatterlo sul territorio, spiega Zenzani. “Anzitutto è positivo che il cyberbullismo venga definito, una volta per tutte – spiega –, perché è proprio la mancanza di informazione che crea i problemi maggiori. Positiva poi l’attenzione e le misure di sostegno ed educazione non solo per le vittime dell’atto di bullismo, ma anche per gli aggressori e per i membri del gruppo che stanno a guardare”. Uno degli aspetti fondamentali della nuova legge è poi il diritto anche del minore (non solo dei genitori o insegnanti) di pretendere il blocco o l’oscuramento dei contenuti denigratori nei suoi confronti dal provider o dal sito oppure, in mancanza di risposta, dal Garante della Privacy. “Nel testo poi si vuole dare un ruolo attivo alle scuole, con l’individuazione di un referente che si occupi del contrasto a questi fenomeni, che in primo luogo deve informare i genitori e programmare attività di prevenzione – conclude la psicoterapeuta –. È positivo perché ora nelle scuole si trovano insegnanti sensibili che si attivano quando si verificano episodi di bullismo online, ma molti altri non intercettano il problema e di conseguenza non lo affrontano. La nuova legge individua almeno un responsabile per ogni scuola”. Ma molto prima e molto più della scuola, sono i genitori ad avere un ruolo nell’arginare e nel combattere il bullismo che corre sui social. Da qui l’idea degli incontri (che in futuro potrebbero tasformarsi in veri e propri corsi ) proposti da Zenzani e Mazzoni per aiutare una onlus forlivese che forniscano informazioni anche tecniche ai genitori su come funziona questo mondo. “Il problema è che continuiamo a dare le chiavi di un ‘elicottero’ a dei bambini – ha spiegato Mazzoni al Pala Leo –. Con gli elicotteri vero non lo faremmo mai; perché gli affidiamo una tecnologia altrettanto complessa e pericolosa? Anche perché forse pochi di voi sanno se nell’assicurazione del capo-famiglia che probabilmente avete i danni che produce un pugno reale di vostro figlio a un compagno è coperto ma quelli di un pugno virtuale no”. E per rimanere in contatto e aggiornati su un mondo che cambia a velocità di bit, la psicoterapeuta e l’ingegnere informatico hanno pensato a una newsletter settimanale che conta già un migliaio di genitori iscritti. Una prima rete contro il cyberbullismo sul territorio?
  Daniela Verlicchi