56° Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni. L’omelia dell’Arcivescovo Lorenzo

"Il coraggio di rischiare per la promessa di Dio"

“Nella Chiesa la varietà, che è una grande ricchezza si fonde nell’armonia dell’unità. Come un grande mosaico in cui tutte le tessere concorrono a formare il grande disegno di Dio. Uniti nelle differenze: questo è lo spirito cattolico, cristiano”, ha detto Papa Francesco.

A Ravenna splende in tanti luoghi, soprattutto nelle nostre basiliche, questa verità: se paragoniamo la varietà delle vocazioni alle tessere del mosaico, nel disegno completo operato dalla Spirito del Signore, appare il profilo della Chiesa, Corpo di Cristo composto di tante membra. La molteplicità dei doni e la loro armonia ci permette di vedere quanto il Signore ami la sua Chiesa e nello stesso tempo quanto sia forte la volontà del Signore Gesù che appaia al mondo la loro unità, segno della comunione tra tutti i chiamati a seguirlo.

La varietà delle vocazioni è anche strumento necessario della missione della Chiesa, perché i servizi e i ministeri, le testimonianze e le opere, così diverse, la rendono capace di prendersi cura dell’uomo in tutte le sue dimensioni. Le varie vocazioni non sono solo a servizio della comunità cristiana, ma dell’umanità intera. E lo Spirito di Dio ne suscita sempre di nuove, o arricchisce di nuovi doni le vocazioni storiche, per rispondere alle esigenze dei tempi, ai problemi che le Chiese locali incontrano nei vari territori, dove esse annunciano il Vangelo.

Al centro del disegno di Dio per salvare l’umanità dal male, dal peccato e dalla morte e portarla alla vita piena, –come al centro dei mosaici delle nostre Basiliche –, c’è il Cristo. Il Cristo risorto con la sua Croce gloriosa, piena di luce, che attira a sé lo sguardo, genera la speranza e provoca la preghiera.

È il Cristo che attira i giovani con la sua voce, con la sua Parola, – come il pastore che richiama a sé le pecore disperse e loro lo seguono –, perché c’è in tutti la capacità e il desiderio di conoscerlo, di amarlo e di essere amati da Lui. Quando inizia un cammino vocazionale, passo dopo passo, la Parola di Dio diventa sempre più familiare, gradita; risuona sempre più come la voce di un amante che chiama l’amato e che allarga il cuore. Qui di solito sgorga la preghiera, personale, gratuita, immediata. E la risposta alla vocazione cresce: più si accetta questo dialogo d’amore, più ci si sente liberi e coinvolti.

Ci vuole anche qualcuno che, soprattutto all’inizio, tenga per mano i giovani, perché imparino a camminare su strade diritte; qualcuno che li ascolti perché possano parlare di sé stessi e di quello che Gesù suscita nel loro cuore; qualcuno che testimoni con la sua passione che fare scelte totali genera una felicità intima e stabile che non si trova nei progetti del mondo. Ci vogliono degli accompagnatori dei giovani che, come fece Gesù coi discepoli di Emmaus, li portino a riconoscere Lui nella Parola, nel pane, nei poveri.

Le vocazioni crescono là dove lo Spirito vuole, ma anche dove ci sono dei testimoni così luminosi che fanno desiderare la loro vocazione, provocando i giovani a interrogarsi, a discernere, a scegliere quella vocazione. I preti santi, i religiosi e i missionari santi, le monache sante, i genitori e i laici santi, sono i migliori animatori delle vocazioni, perché sono convincenti e attraenti con il loro stile di vita evangelico! Soprattutto per le vocazioni alla vita consacrata e al ministero ordinato, che sfidano gli idoli del mondo –il potere, la ricchezza, il successo, i piaceri – e che scelgono il dono totale di sé, richiedono un amore genuino e intenso per il Signore Gesù, che è vivo in mezzo a noi. Un amore che riempie totalmente il cuore del chiamato e che apre al servizio generoso dei fratelli e delle sorelle, perché anch’essi abbiamo la vita e l’abbiamo in abbondanza.

Un giorno Gesù ha chiesto a un giovane il coraggio di rischiare, per seguirlo e aprirsi ai poveri. Il giovane ha avuto paura e non si è fidato, ha preferito i suoi calcoli, le sue sicurezze, la sua ricchezza. Forse ha avuto paura di perdere la libertà, ma così ha perso il centuplo e la sua vita è diventata grigia e triste.

Cari giovani e ragazze che avete iniziato a seguire il Signore, abbiate fiducia in lui! Egli non si lascia strappare nessuno dalla sua mano, dal suo abbraccio. Mantiene le sue promesse e ci ridona moltiplicato quello che lasciamo per amore di Lui. La sua misericordia e la sua gioia saranno sempre con noi, facendoci sperimentare già ora la bellezza e la gioia della Vita eterna.

 

Ravenna, 12 maggio 2019

+Lorenzo, arcivescovo